Com’era prevedibile le analisi disposte dalla famiglia Orlandi sulle ossa del cimitero Teutonico, quello con l’angelo che indicava una tomba su cui si vociferava qualcuno posasse anche dei fiori, confermano che non appartengono a Emanuela Orlandi, la quindicenne cittadina vaticana sparita nel nulla il 22 giugno1983 dopo una lezione di musica a Sant’Apollinaire.
Le approfondite analisi, eseguite dal laboratorio Cedad dell’Università del Salento, hanno stabilito che la datazione dei frammenti rinvenuti dell’ossario siano successiva al 1900.
Ulteriori accertamenti sui resti più recenti, curati dal consulente di parte il genetista Giorgio Portera, effettuati presso il laboratorio di genetica forense del TomaLab di Busto Arsizio, hanno escluso ogni possibilità di presenza di tessuti biologici appartenenti alla ragazza.
L’avvocato Sgrò ha sollevato pesanti interrogativi sull’evocativa tomba dell’angelo, segnalata come possibile luogo che avrebbe potuto custodire i resti di Emanuela. “Come mai la tomba indicata e quella attigua sono risultate vuote? E per quale motivo è stata costruita in tempi recenti una camera sottostante alle tombe di cui, nonostante le nostre richieste, non ci è stata fornita la documentazione?”.
Accuse che chiamano in causa il Vaticano dopo un ultima ondata di speranza manifestata da Pietro Orlandi per la disponibilità registrata con l’apertura delle tombe. Questo dopo una sequela infinita di episodi di chiusura del Vaticano sul caso. Una disponibilità che diversi osservatori avevano letto con grande perplessità.
Pietro Orlandi ha recentemente ricordato come la sua grande emozione al momento dell’apertura delle tombe sia stata accompagnata dalla presenza di esponenti del Vaticano che a suo parere sapevano già il risultato di tanta disponibilità.
Il fratello di Emanuela ha di nuovo invocato la collaborazione di Papa Francesco per avere accesso a documenti, sicuramente presenti in Santa Sede sulla sparizione della sorella, e per poter avere un incontro. “Mi auguro – ha concluso Orlandi – che in uno spirito di onesta collaborazione Papa Francesco possa finalmente prendere una posizione netta su questa vicenda”.