Farinetti è il primo a commentare la candidatura di Damilano alle prossime elezioni amministrative.
“È una bella persona, lo conosco bene. È un bravo ragazzo. Molto in gamba, quindi sicuramente va bene”. Così Oscar Farinetti sulla candidatura di Paolo Damilano a sindaco di Torino.
“Paolo è del centrodestra – aggiunge Farinetti a margine dell’inaugurazione di Green Pea -. Non voto a Torino, mi dispiacerebbe molto se abitassi a Torino perché non lo potrei votare, visto che per tradizione familiare voto a sinistra. Una buona candidatura, è pure delle Langhe”.
La candidatura di Damilano
“Ho deciso di mettermi al servizio della nostra Torino e di candidarmi a sindaco con un progetto civico e con una squadra che cresce di giorno in giorno e aperta a chi crede nel futuro e nel cambiamento. Una sfida da cittadino per la sua città, per restituire a Torino, la nostra Torino, quanto ho ricevuto in questi anni”. L’imprenditore Paolo Damilano così aveva sciolto le riserve, annunciando la sua candidatura a sindaco di Torino.
Da mesi il suo nome era indicato tra quelli più accreditati alla candidatura in area centrodestra.
“Stiamo vivendo un momento drammatico e Il 2020 sarà ricordato al pari degli anni delle peggiori guerre della nostra storia, una situazione aggravata dalla gestione sciagurata del lockdown da parte del governo”, sottolinea Damilano, ceo dell’azienda di famiglia che produce Barolo da tre generazioni a cui negli ultimi anni ha affiancato il business dell’acqua minerale con il marchio Valmora e la gestione di alcuni locali del centro di Torino.
“Le prossime generazioni ci giudicheranno su come abbiamo gestito questa emergenza sanitaria e probabilmente il loro giudizio sarà negativo – aggiunge Damilano, che è anche presidente della Film Commission Piemonte -. Non possiamo permettere che lo stesso accada per come avremo sostenuto il rilancio dell’economia del territorio e per come saremo intervenuti per restituire alla nostra città il posto che merita nel panorama nazionale e internazionale”.
“Serve una svolta, serve un cambio di rotta, capace di superare la contrapposizione tra centro e periferia, di ricostruire la fiducia e in grado di offrire opportunità progetti e strategie per riportare al primo posto il lavoro. Motore fondamentale di rilancio”.