Le 49.000 imprese delle costruzioni di Torino con i loro 150.000 addetti (a Torino e provincia circa 24mila) sono pronte a riaprire i cantieri e chiedono “misure per garantire la loro sopravvivenza”.
“Serve un Piano di opere pubbliche e di incentivi per sostenere l’edilizia privata – afferma Stefano Vanzini, referente edilizia di Confartigianato Torino – con misure urgenti ad hoc per le costruzioni. Il rilancio del settore dovrà svilupparsi sul piano nazionale e su quello locale. Nel primo caso è necessario portare al 100%, per almeno 2 anni, la detrazione per gli interventi di ristrutturazione e risparmio energetico, compresi quelli per la progettazione, l’impiantistica, l’arredamento e il “verde”, mentre nel secondo caso sono necessari fondi regionali per un piano di riqualificazione delle strutture turistico-ricettive, delle scuole, per rincentivare il recupero e l’ammodernamento degli immobili privati e delle infrastrutture pubbliche locali. Chiediamo al Comune di abbuonare la tariffa di occupazione del suolo pubblico per i cantieri bloccati dall’emergenza sanitaria e di non pagare l’Imu per i capannoni che non sono produttivi”.
“I costruttori artigiani post lockdown – afferma Dino De Santis, presidente di Confartigianato Torino – puntano anche sul rilancio dei lavori pubblici. La crescita passa da una adeguata dotazione di infrastrutture pubbliche, per questo è urgente reperire fondi pubblici, snellire le procedure, dotare le amministrazioni locali di risorse per aprire i cantieri e favorire le imprese locali nella realizzazione degli intervent