Era un 59enne senza fissa dimora di origini marocchine che vendeva fiori al mercato di via San Secondo l’uomo che è stato trovato morto questa mattina in un dehors di corso Re Umberto, in pieno centro cittadino. A dare l’allarme il proprietario che stava aprendo il locale e che ha visto il corpo senza vita riverso nel gazebo.
Secondo le prime ricostruzioni la causa della morta sarebbe da imputare a motivi naturali. Mentre si apprende che il 59enne, Mostafa Hait Bella, era conosciuto da tempo dai servizi sociali della Città. “Una persona molto gentile, cordiale ed educato. Aveva problematiche di tipo sanitario” spiegano precisando che “conosceva le opportunità di accoglienza e frequentava saltuariamente alcuni servizi diurni. Nonostante i ripetuti inviti, però, non accettava aiuti, né di trascorrere la notte in una casa di accoglienza”. Solo sabato scorso l’uomo sarebbe stato trovato su una panchina dagli operatori del servizio itinerante notturno e avrebbe detto di sentirsi male rifiutando però di essere accompagnato in ospedale. “Gli operatori del servizio gli hanno quindi proposto un inserimento in una struttura di pronta accoglienza, ma lui ha rifiutato, e non hanno potuto far altro che offrirgli tè caldo, una brioche, delle mascherine, una coperta e proseguire l’attività di monitoraggio” aggiungono dal Comune.
Mentre sulla vicenda è intervenuto anche l’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia che ha lanciato un appello alle istituzioni cittadine: “Mi dispiace molto, non sapevo di questa morte. Indubbiamente è un segno che ci stimola ancora di più a dare il massimo dell’impegno, nel minimo tempo possibile, per dare risposte appropriate. Stiamo lavorando per dare una risposta a questo problema già in settimana. Mercoledì avrò un incontro con il prefetto e la sindaca. Occorre capire anche quali siano le prospettive di impegno del ministero, se possa dare un budget finanziario adeguato ad affrontare queste situazioni”.