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domenica, 13 Ottobre 2024

Una sola città

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

“Voglio vivere in una città dove all’ora dell’aperitivo non ci siano spargimenti di sangue o di detersivo…” Fabrizio De Andrè

Un anno fa Chiara Appendino ci aveva efficacemente spiegato che Torino era una città divisa in due: da una parte quella con le code davanti ai musei, dall’altra quella con le code davanti alle mense dei poveri.
Ad un anno di distanza, analizzando la sequenza dei fatti di questo caldo mese di giugno, possiamo dire che ci troviamo di fronte una sola Torino: quella del coprifuoco.
Sono lontani i tempi in cui The Guardian indicava Torino come la città europea più interessante per un turismo alternativo, quello che si muove per i locali serali, per le mostre, per i concerti.
Oggi dobbiamo prendere atto di una città blindata, che fa i conti con la paura ad uscire di casa, con i divieti e le scelte fatte per farli rispettare, con un clima di contrapposizione e di scontro che ne archiviano l’immagine di una Città vivace, non ripiegata su se stessa e sulla crisi.
Se proprio vogliamo continuare ad immaginare una città divisa in due, le fotografie e le notizie di queste ore ci consegnano un centro e i quartieri della movida blindati e presidiati dalle forze di polizia e le piscine di periferia chiuse perchè in balia di qualche teppistello o addirittura date alle fiamme.
Adesso tutti ci scateniamo nella caccia del colpevole ma sarebbe invece opportuno andare, e in fretta, a caccia delle soluzioni per fermare questa deriva, per non ritrovarci con una città “modello anni ’70” che credevamo davvero aver archiviato con i ricordi della nostra infanzia, con i locali chiusi alle nove di sera, gli scontri in piazza, il grigio delle luci spente e delle finestre rotte.
Banalmente alla forza che impone un divieto ci piacerebbe vedere contrapposta la forza di un’idea che propone un progetto che sappia coniugare contrasto alla povertà e al degrado con socialità e sviluppo.
La preoccupazione è che a fronte di una sola città non ci si ritrovi con una città abbandonata a se stessa, una città sola.

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