Tra le incognite che accompagnano i candidati al voto, c’è quella impalpabile e preoccupante della partecipazione. C’è un partito cospicuo e insidioso, deluso, disincantato, distratto o semplicemente interessato ad altro, che tace indifferente ormai convinto che la politica non sia cosa importante. Complice il Covid, una crisi economica senza precedenti, un barlume di ripresa e di normalità all’orizzonte, l’attenzione quotidiana si è spostata su temi di immediata pregnanza e sembra che alla querelle elettorale venga dato peso solo dai diretti protagonisti.
A immaginare uno stadio riempito a metà da spettatori che nemmeno sanno chi scenderà in campo è però un arduo esercizio e così ci si chiede se l’elettorato almeno un po’ si sia informato, o se conterà di farlo, nei prossimi giorni.
“Non abbiamo mai deciso niente e certo le cose non cambieranno oggi – commenta Michele, cameriere di un bar rinomato del centro – e comunque no, se si sedesse qui il candidato sindaco non lo riconoscerei”. Lui è uno dei molti che ancora non sanno il nome dei candidati sindaco, che siano di una corrente politica o dell’altra, e spesso messi davanti alla fotografia, o a un santino, dell’aspirante primo cittadino, non lo riconoscono.
Marco ha un salone di acconciature in via di Nanni, storico cuore rosso di Borgo San Paolo e quando gli si domanda se sa chi sono i candidati sindaco fa una smorfia “Onestamente no, anche se la politica fino a qualche tempo fa mi appassionava. Ma dopo il covid, le crisi economiche e certe scelte anche sulla città, mi sono allontanato”. D’accordo, ma comunque il 3 e 4 ottobre una croce dovrà pur farla. Nessuno dei tre nomi gli dice nulla di più del “sentito dire”. Paolo Damilano, Valentina Sganga, Stefano Lo Russo: entrassero qui dentro, avrebbe l’occasione per fargli “una lavata di testa”. “Avrei tante cose da dire, ma prima dovrei riconoscerlo e probabilmente farei taglio e piega come fosse un cliente qualsiasi”.
Ad Antonietta, 77 anni casalinga pensionata, ai giardini Lamarmora con il cane, le foto dei candidati dicono già di più. “Questo lo conosco, perché ho visto le sue interviste in televisione, al regionale. Ha fatto le primarie. Però non so come si chiama. Se mi dà un aiuto me lo ricordo” dice come se le si stesse proponendo un gioco nel quale si vince un premio. Guarda poi le altre due foto: “La ragazza non so chi sia, e questo, è un bell’uomo…ma è candidato?”.
C’è il barista davanti alla scuola accanto la Chiesa di Gesù Adolescente, nel quartiere Cenisia, che a parlare di politica è ben disposto. “Non so chi siano i candidati e francamente è difficile conoscere qualcuno, se chi si candida si fa vedere solo qualche settimana prima. Credo ci sia poca informazione, che i giornali ne parlino poco e poi comunque, credo che deciderò nel momento nel quale sarò in cabina elettorale”. Scoprirà come si chiamano i candidati il 3 ottobre.
E anche Santino, che in Borgo San Paolo con il suo gelato siciliano e biologico è un riferimento gourmet, non ha dubbi “I candidati li scelgono a Roma e di Torino non sanno nulla. Veda Fassino, che c’entrava Fassino con la nostra città? Era un parlamentare, grande talento ma se poi vieni qui e Torino non la conosci, la gente non ti ama”. E’un fiume in piena quando ricorda una disavventura burocratica legata alla concessione di un chiosco e a lavori di allacciamento alla fognatura. E’ colpa del sindaco, a prescindere dal suo colore politico, se gli uffici sono lenti, se i lacciuoli sono troppi, se per un permesso ci vanno mesi, se in troppi non sanno fare il proprio lavoro e se il cittadino volenteroso che vuole lavorare si trova alla fine a perdere tempo. Così chi si candida parte con un deficit di consenso per colpa del funzionamento della macchina che dovrebbe andare ad amministrare.
Amelia, di 88 anni abita nei complessi ATC ed è vicina di casa di Maria, che di anni ne ha 55. Si aiutano, una vive sola e l’altra con la famiglia e i genitori. “Vivo qui da 50 anni – dice Amelia – e la città è cambiata. Qui vivono tutti in serenità, siamo un cortile dove ci si conosce e ci si aiuta. So che si vota e andrò a votare. Conosco quel candidato giovane, che ha fatto le primarie. L’ho visto sui manifesti. Si chiama Lo Russo. Sono andata al mercato per parlargli, ma non l’ho incontrato. Non sapevo a che ora fosse lì. Forse era già andato via. Poi c’è Damilano, per Berlusconi. E una donna al posto di Appendino, ma non mi ricordo”. Maria, che nella vita fa la cameriera e le pulizie, commenta con soddisfazione la prontezza dell’anziana vicina: “Dovrebbero essere tutti come lei. Io so che si vota, il 3 e il 4 ottobre, e che alla fine i candidati più importanti sono tre. Se però dovesse entrare qui, ora in cortile, il candidato sindaco, non lo riconoscerei. Nessuno dei tre”.
A invertire la rotta c’è Nicola, commercialista: “Purtroppo li conosco – dice con ironia – qualcuno anche di persona quindi sì, li riconoscerei” mentre Valter, ragioniere, risponde “Assolutamente no, non li conosco ma mi hanno detto che c’è gente senza alcuna competenza ed è inaccettabile!”.
Paola è grafica pubblicitaria e da poco pensionata, si ritiene abbastanza informata. “Non conosco a memoria i loro programmi – scherza – ma ritengo di avere le idee chiare tanto da saper chi votare”.