di Bernardo Basilici Menini
Otto milioni di tagli ai finanziamenti della cultura hanno cominciato a fare paura ai lavoratori che lavorano nell’ambito ed è così che oggi i dipendenti del Museo nazionale del cinema di Torino hanno deciso di rendere pubblici i loro timori. In una nota, infatti, è stata espressa «preoccupazione a seguito dell’annuncio dei tagli alla cultura».
I dipendenti hanno sottolineato «L’innegabile valore del Museo nazionale del Cinema, a livello nazionale e internazionale, che è il frutto del pluriennale lavoro di persone che ogni giorno, con profonda dedizione e professionalità, garantiscono lo svolgersi delle molteplici attività nei diversi settori del museo. Il Museo nazionale del Cinema, il cui patrimonio è solo in minima parte visibile alla Mole Antonelliana comprende anche, il Cinema Massimo, la Cineteca, la Bibliomediateca, tre Festival Internazionali, il Torino Film Festival, Lovers Film Festival, Festival CinemAmbiente, e TorinoFilmLab».
La chiusura è a metà tra il tentativo di far rendere conto dell’importanza del proprio lavoro e la speranza di un momento di incontro costruttivo: «Il complesso reticolo di attività che queste realtà irradiano in tutto il territorio è svolto da 77 lavoratori. Fiduciosi che l’amministrazione voglia aprire un tavolo di discussione, come già richiesto da altri enti culturali, i lavoratori rinnovano la completa disponibilità a incontrare l’amministrazione comunale e l’assessore alla cultura della Città di Torino».