Dopo giorni di indiscrezioni e polemiche sembra esserci l’accordo con le Regioni e gli Enti Locali per il nuovo anno scolastico: via libera alla ripresa delle lezioni il 14 settembre, in aula.
Nella bozza del decreto si stabiliscono le misure che dovranno essere adottate per la sicurezza degli alunni e insegnanti. Ma soprattutto pone un ulteriore vincolo alla sicura riapertura degli edifici: “Il Comitato tecnico scientifico, almeno due settimane prima dell’inizio dell’anno scolastico, aggiornerà, in considerazione del mutato quadro epidemiologico, le proprie indicazioni in merito all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale per gli alunni e per gli insegnanti all’interno dell’aula, e/o negli spostamenti e nella permanenza nei locali comuni”.
Dunque, se la situazione contagi lo permetterà si ricomincerà il 14 settembre pur nel rispetto del “distanziamento fisico, inteso come un metro fra le rime buccali (le bocche – ndr) degli alunni, rimane un punto di primaria importanza nelle azioni di prevenzione”.
Il Piano sul rientro a scuola prevede anche l’istituzione di “Conferenze dei servizi, su iniziativa dell’Ente locale competente, con il coinvolgimento dei dirigenti scolastici, finalizzate ad analizzare le criticità delle istituzioni scolastiche che insistono sul territorio di riferimento delle conferenze. Lo scopo sarà quello di raccogliere le istanze provenienti dalle scuole con particolare riferimento a spazi, arredi, edilizia al fine di individuare modalità, interventi e soluzioni che tengano conto delle risorse disponibili sul territorio in risposta ai bisogni espressi”.
Non tutti però si sono espressi a favore di questo calendario. In particolare il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha sottolineato come l’apertura delle scuole avverrà una settimana prima delle elezioni fissate per il 20 settembre, che costringerà quindi a una nuova chiusura. Inoltre, ha detto De Luca: “Non è stato definito ancora l’organico apriamo l’anno scolastico e non sappiamo su quanti docenti possiamo contare. Non ci sono fondi sufficienti per l’edilizia scolastica e gli arredi. Espliciteremo il nostro dissenso e la nostra critica ferma al ministro della Pubblica Istruzione che ha consentito che i problemi della scuola diventassero marginali rispetto agli interessi della politica politicante”.