0.9 C
Torino
sabato, 7 Dicembre 2024

Oli alimentari per gli autobus di Torino: accordo per sperimentarlo come carburante ecologico

Più letti

Nuova Società - sponsor
Moreno D'Angelo
Moreno D'Angelo
Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2007 nella redazione di Nuova Società e dal 2017 collaboratore del mensile Start Hub Torino.

di Moreno D’Angelo

La Città di Torino firmerà il 4 luglio un accordo con Eni, Amiat, Gruppo Iren e Gtt per avviare l’utilizzo degli oli alimentari conferiti dai cittadini come carburante degli autobus del trasporto pubblico.
Sicuramente una scelta ecologica che vede le logiche del riciclo legarsi all’impegno per ridurre l’inquinamento in una città che continua ad avere nell’aria che si respira uno dei suoi punti deboli. Nel corso dell’incontro saranno forniti dettagli sullo sviluppo di questa sperimentazione che si spera contribuisca a incentivare ulteriormente una propensione della cittadinanza al riciclo dei rifiuti che non sembra fare grandi passi avanti.
La possibilità di usare l’olio fritto (industriale o domestico) come carburante non è certo una novità. Il termine tecnico è “olio alimentare post consumo”. Un prodotto di scarto che, debitamente trattato, potrebbe essere oggetto di infinite applicazioni (scaldare o illuminare una scuola, un ospedale, oltre a far viaggiare gli autobus di una città). Certo occorrerà sviluppare una grande filiera virtuosa che, partendo dal coinvolgimento della cittadinanza (si pensi ai ristoratori e industire alimentari), sia anche in grado di creare reti tra sindaci e realtà diverse per rendere la raccolta degli oli usati, e il loro trattamento e utilizzo, economico. Per cominciare basterà raccogliere l’olio fritto usato (che è inquinante e molti dopo la frittura se ne disfano in modi non proprio appropriato) e indirizzarlo nei canali giusti. A livello europeo esistono da tempo appositi progetti per la raccolta e valorizzazione energetica degli oli alimentari usati.

- Advertisement -Nuova Società - sponsor

Articoli correlati

Nuova Società - sponsor

Primo Piano