di Moreno D’Angelo
Nonostante Torino sia una delle città più legate alla corrente artistica e culturale del futurismo, sotto la Mole a quanto pare non ci sarà nessuna iniziativa museale nel calendario del 2017 dedicata al movimento di Marinetti.
L’assessora alla Cultura, Francesca Leon, ha così sbaragliato ogni speranza, rispondendo ad interpellanza presentata dal capogruppo della Lega Nord, Fabrizio Ricca.
Secondo l’amministrazione in verità uno spazio era stato trovato, Palazzo Chiablese.
Ma, a quanto riferito dalla Leon in aula consiliare, gli organizzatori della mostra non avrebbero accettato, perché preferivano la GAM o il Castello di Rivoli.
«Mi dispiace molto che, pur essendo assessora alle Fontane e ai Musei, e ribadisco ai Musei, lei non abbia ancora avuto modo di capire perché la mostra non sia stata proposta alla Fondazione Torino Musei, perché i curatori non abbiano incontrato la direttrice della GAM o perché siano stati mandati ai Musei Reali. Forse, dico forse, se trovava il tempo di incontrare Asproni l’avrebbe scoperto», ha detto, rivolta a Leon, Fabrizio Ricca.
L’esponente del Carroccio ha poi aggiunto: «L’unica cosa che posso immaginare è che la responsabilità non sia sua, ma del “sindaco” Giordana e Appendino che in teoria dovrebbero occuparsi di cultura ed eventi culturali, che non rientrano in effetti tra le sue deleghe, forse per mancanza di fiducia nelle sue competenze in materia. Però posso capire che non se ne siano interessati, visto che loro invece di promuoverle, le mostre, sono molto impegnati a liquidarle e a chiuderle».
«Questo è il mondo reale dove si presenta un progetto che viene accolto o bocciato nelle sue linee generali. Se accolto, si danno tutte le informazioni necessarie sulla location per poter poi formulare un progetto puntuale. E solo dopo che questo è approvato si richiedono le opere. Lei invece viene qui a dirci che, dopo mesi di tira e molla e un sostanziale rifiuto di concessione degli spazi, è intervenuta “risolvendo il problema” con i Musei Reali. E invece lei non ha risolto un bel nulla assessora – ha tuonato Fabrizio Ricca – perché ancora nella sua risposta continua ad affermare che “i Musei Reali avrebbero concesso l’uso di Palazzo Chiablese per la realizzazione della mostra nonostante la ribadita necessità di un approfondimento scientifico”, inclusi elenchi dettagliati delle opere».
Ricca ha ricordato l’importanza che avrebbe avuto un simile evento a Torino.
«Sono dispiaciuto per questa mostra perché, per quanto ho letto sul progetto, sarebbe stata incardinata in un processo di valorizzazione di Torino e delle sue periferie. Partendo da via Bava, dove il torinese Giacomo Balla e Fortunato Depero sottoscrissero il manifesto della Ricostruzione Futurista dell’universo, diversi eventi si sarebbero sviluppati come corollario di questa grande mostra. Dai convegni organizzati presso l’Università, il Politecnico e l’Unione Industriale, si sarebbe anche sviluppata sul territorio grazie all’affiancamento di un Contest Artistico di pittura murale tra giovani autori che avrebbero “rammendato” con le loro opere fabbricati degradati, ravvivando con il colore “futurista” alcune zone della città».
«E, scanso equivoci, tutto questo era previsto nel progetto prima ancora che “territorio” e “periferie” diventassero parole d’ordine della vostra campagna elettorale. Fa quindi un po’ effetto che non ci sia tanto impegno da parte sua e da parte della Sindaca per recuperare il progetto, lamentando che gli organizzatori se ne sono andati sbattendo la porta», conclude il consigliere della Lega Nord.