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lunedì, 16 Settembre 2024

Legge di stabilità, lo scontro tra Renzi e l’Ue: bocciatura in arrivo?

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È scontro aperto tra Matteo Renzi e il presidente uscente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, dopo che il ministero italiano dell’Economia ha deciso di pubblicare la lettera di Bruxelles a commento della legge di stabilità. «È finito il tempo delle lettere segrete» ha spiegato il premier Renzi. E ha aggiunto: «Pubblicheremo non solo la lettera, ma tutti i dati economici di quanto si spende in questi palazzi, sarà molto divertente».
La missiva europea arrivata da Bruxelles ieri è molto chiara; essa rileva una seria deviazione dagli obbiettivi concordati per il 2015, sollevando seri dubbi sulla decisione italiana di rinviare il pareggio di bilancio al 2017. In questo modo, fa infatti notare Bruxelles, gli obbiettivi a medio termine fissati in precedenza per il 2015 verrebbero meno, portando ad un aggiustamento strutturale dello 0,1% invece che dello 0,7% come concordato in precedenza con l’Ue.
Bankitalia, da parte sua, promuove la decisione del governo italiano sottolineando che «data l’eccezionale durata e profondità della recessione, appare motivata la decisione di rinvio del pareggio di bilancio».
Non si tratta comunque di una bocciatura vera e propria della legge di stabilità italiana. Non ancora, comunque. In giornata il ministero dell’Economia italiano risponderà alla Commissione, tentando di dirimere i dubbi sollevati dall’Europa. Mentre il giudizio vero e proprio sul bilancio tricolore è previsto per il 29 ottobre.
«È un processo in corso, la richiesta di informazioni all’Italia non pregiudica il risultato finale», ha precisato Jyrki Katainen, portavoce del vice presidente Ue. Si tratta insomma di un atto dovuto, continua Katainen, previsto dalle regole comunitarie quando un Paese Ue si allontana dagli impegni presi.
In altre parole sembra essere iniziato un negoziato, attraverso il quale l’Ue tenterà di strappare al governo italiano l’impegno per un aggiustamento strutturale che si avvicini quanto più possibile a quello 0,5% previsto annualmente per tutti i Paesi europei.

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