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venerdì, 19 Aprile 2024

Le cooperative resistono alla crisi post-Covid: investimenti tecnologici e piani strategici, ma poco ottimismo 

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Il mondo cooperativo torinese ha resistito bene alla crisi Covid non tralascia di lanciare segnali di allarme per quello che potrebbe essere il futuro.  
E’ quanto emerge dai dati presentati questa mattina dalla Camera di Commercio di Torino sulle imprese cooperative torinese. 1319 in tutto per un valore della produzione pari a 2,6 miliardi e più di 46mila addetti. Questi i dati al 31 dicembre 2019, mentre il 2020 nei suoi primi sei mesi ha fatto registrare un calo del 3,1 per cento, arrivando a 1278 imprese in totale con i settori dei servizi alle imprese, servizi alle persone e costruzioni quelli in cui la diminuzione è più evidente e supera anche il trend generale.  

Come detto però il sistema della cooperazione si conferma solido anche in un anno, almeno finora, “horribilis” come questo 2020. L’impatto del Covid è risultato meno grave che per altri ambiti con un 41 per cento di imprese che ha regolarmente proseguito l’attività, per quanto economicamente le perdite sono state consistenti. In molti casi la diminuzione del fatturato durante i mesi più critici della scorsa primavera è stata anche del 50 per cento. E due cooperative su tre si dicono pessimiste per quanto riguarda l’andamento generale del 2020, per quanto già nella fase due la ripresa delle attività è stata costante. 

“Siamo contenti che le nostre imprese siano attive nel cercare una risposta alla crisi e che molte abbiano continuato l’attività anche nei mesi peggiori, ma ciò non deve distoglierci dai problemi, evidenti soprattutto in alcuni settori come l’edilizia, la ristorazione e la logistica non legata alla grande distribuzione. Serve infatti puntare sulla ripartenza e il rilancio sperando in un 2021 che riequilibri gli assetti” ha commentato il presidente di Legacoop Piemonte Dimitri Buzio aggiungendo come “fa piacere notare dall’indagine come quello dell’innovazione sia diventato un tema centrale per il 70 per cento delle cooperative e dimostra come un valore aggiunto del mondo cooperativo sia lo scambio di idee tra soci che permette di trovare soluzioni alle difficoltà”. 

Gianni Gallo, presidente di Confcooperative ha invece precisato come “i dati raccolti sono molto utili per molti spunti interessanti per capire necessità e bisogni delle nostre cooperative. Spicca sempre il dato del calo di giovani cooperative che si può spiegare in parte con il fatto che i ragazzi aderiscono a cooperative già esistenti in parte però è indice della necessità i trovare procedure più semplici e snelle per la costituzione di nuove imprese che attraggano le generazioni più smart”.  

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