Nella giornata di sciopero sociale del 14 Novembre anche i lavoratori della cultura e dello spettacolo hanno preso parte alla mobilitazione che ha attraversato tutta l’Italia.
Ieri sera al Teatro Carignano di Torino, così come in altri teatri, durante lo spettacolo “La scena” di Cristina Comencini è stato letto un documento di protesta elaborato congiuntamente dalla rete dei teatri occupati italiani, che proprio questo fine settimana sono riuniti alla Cavallerizza Reale di Torino per quattro giornate di assemblee, dibattiti e workshop sul tema della cultura dal basso.
Tra le firme, oltre ad Assemblea Cavallerizza 14.45 che da mesi occupa lo storico stabile di via Verdi, anche l’Ex Asilo Filangeri di Napoli, Macao di Milano, il Teatro Valle e l’Angelo Mai di Roma, il Teatro Rossi Aperto di Pisa, il Teatro Mediterraneo Occupato di Palermo e S.A.L.E. Docks di Venezia.
Nel testo letto dal palco del Carignano i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo hanno preso parola contro i provvedimenti del governo Renzi, in particolare contro il Jobs Act «che porta alla completa istituzionalizzazione della precarietà e alla distruzione di ogni forma di welfare» e la cosiddetta “Sblocca Italia” «che prevede gravissimi tagli a carico del settore culturale e la svendita ai privati del patrimonio culturale e degli spazi riconosciuti come beni comuni».
Il documento proseguiva poi sottolineando l’urgenza di «una tempestiva definizione delle tutele del lavoro che, nei nostri settori, assume anche il significato di garantire l’autonomia della creazione culturale, della ricerca, del pensiero critico».
Allo stato attuale in cui versa il mondo della cultura e dello spettacolo, i lavoratori del settore intervenuti ieri sera hanno opposto il modello a cui lavorano in tutta Italia diversi spazi occupati e autogestiti, accomunati dall’idea di «costituire un’alternativa reale, concreta e praticabile di nuovi modelli sociali e produttivi, ispirati alla cooperazione, al mutualismo e alle economie solidali».
La lettura del testo si è chiusa con un lungo applauso da parte degli spettatori presenti nella sala del Carignano.