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lunedì, 2 Dicembre 2024

La figlia di Milva e gli attacchi No Vax: “Mia madre non è morta di Covid”

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Moreno D'Angelo
Moreno D'Angelo
Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2007 nella redazione di Nuova Società e dal 2017 collaboratore del mensile Start Hub Torino.

Neanche la morte della rossa Pantera di Goro ha fermato gli attacchi dei No Vax verso gli ultimi proclami pro vaccino, lanciati sui social dalla cantante che si è spenta a 81 anni a Milano. 

Una grande ed eclettica interprete della canzone italiana degli anni 60. Una vera protagonista come Mina, dalla voce profonda, autentica che, alle tantissime sue canzoni e rivisitazioni ha sempre accompagnato un originale e apprezzata passione per il teatro che è perdurata fino al 2010, quando la pantera di Goro ha smesso  di apparire in pubblico, dopo una  carriera  durata ben 52 anni, con 80 milioni di dischi venduti.  

Quella di Milva è stata una ricerca artistica originalissima vorticosa  poliedrica che la riportava spesso tra le strade piovose di Berlino Est, avvolta in impermeabili neri di pelle che anticipavano in qualche modo atmosfere dark wave degli anni 80.  Indimenticabile la sua grande passione per le canzoni di Berhold Brecht e il sodalizio con Giorgio Strehler.

Oltre al cinema la sua grande passione si espresse in diversi progetti teatrali e attraverso prestigiose collaborazioni come quella con Ennio Morricone e con Astor Piazzolla. Interpretazione capaci di esaltare il meglio della cultura e dell’arte, dialogando con personaggi del calibro di Amalia Rodigues e Mikis Theodorakis.

Milva, oltre che in Germania dove era di casa, si è fatta conoscere in diversi paesi dall’America del sud al Giappone, ed anche in Francia non hanno dimenticato  la sua interpretazione della Milord di Edith Piaf

Una ricerca continua come quella che l’ha portata ad interpretare le poesie di Alda Merini.  La pantera di Goro si è anche distinta in rivisitazioni di canti della Resistenza e della libertà. 

Resta in ogni caso memorabile la sua esibizione con “Alexanderplatz” nel 1990 davanti alla Porta di Brandeburgo. Un pezzo storico scritto per lei da Franco Battiato.

Milva, all’anagrafe  Maria Ilva Biolcati,  è stata sempre  molto legata alla città di Torino.  Nella città della Mole ha conosciuto il discografico regista  Maurizio Corgnati che sposò suo nel 1961. Insieme vissero a Maglione torinese nel Canavese.  Dal matrimonio è nata l’unica figlia Martina che l’è rimasta sempre vicina. 

Dopo il matrimonio con Corgnati   le vicende sentimentali Milva furono quanto mai turbolente che animarono non poco le cronache rosa dei rotocalchi dell’epoca.  

Nel suo abbandono alle scene si è definita a ragione come grande e unica, non solo come cantante, ma come attrice ed esecutrice musicale e teatrale. 

La sua dignità ha fatto sì che nel momento in cui ha chiuso con il palcoscenico si è evitata ogni sorta di quelle  apparizioni vintage sui media che oggi abbondano per tanti protagonisti degli anni 60 in quell’intrattenimento Rai oggi mirato prevalentemente a un pubblico over 65.

L’icona della rossa pantera di Goro resterà immortale come la sua “Alexanderplatz”, insieme a quella sua grande versatilità che le ha consentito di esprimersi, oltre gli schemi, attraverso una continua e poliedrica ricerca di espressività artistica di qualità, carica di una intrinseca denuncia della commedia e della follia umana. 

Nel 2018 il Festival di Sanremo le ha tributato il Premio alla Carriera. In uno dei suoi ultimi interventi social Milva ha postato su Instagram, l’immagine in cui è ripresa mentre si sottopone al vaccino. Questo per sensibilizzare tutti a non esitare e vaccinarsi.

In risposta alle immancabili speculazioni No Vax, che hanno preso di mira gli ultimi post social della cantante pro vaccino: “Fatelo anche voi. Abbiamo bisogno di tornare alla vita di prima, e di abbracciare i nostri cari”, la figlia Martina Corgnati, turbata da queste bassezze, ha ribadito che la madre non sia morta di Covid, ma per una malattia neurologica e degenerativa che non era però Alzheimer. Una malattia che Martina ha collegato al grande stress vissuto e trascinato per anni dall’artista dalla chioma rossa.

 Una patologia forse legata alla vita intensa e ricca di impegni e sfide artistiche continue. A una specie di stanchezza antica e profonda”. Nella giornata di ieri, ha provocato grande sdegno alcuni commenti no-vax sotto un post di Milva di un mese fa, in cui annunciava di aver fatto il vaccino Covid. Aveva scritto Milva sui social: “Fatelo anche voi. Abbiamo bisogno di tornare alla vita di prima, e di abbracciare i nostri cari. Tutti quanti insieme possiamo farcela a sconfiggere questo virus”.

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