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venerdì, 6 Dicembre 2024

La corsa a sindaco di Torino è una faccenda per soli uomini

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Cinque anni fa leggendo i manifesti “Chiara Appendino sindaca” c’era chi storceva il naso a quella desinenza femminile di un nome che si è sempre declinato al maschile. Eppure, la linguistica lo insegna, le parole sono espressione del loro tempo e del loro contesto: come il termine sindaca è entrato nel linguaggio comune allo stesso modo alla guida di Palazzo Civico abbiamo visto una donna, la terza figura femminile a dirigere la città dopo Anna Magnani Noja e Giovanna Cattaneo Incisa, sindache sulla fine degli anni Ottanta e inizio Novanta, ben 25 anni prima dell’elezione 2016 che segnerà la vittoria del Movimento Cinque Stelle sull’uscente Piero Fassino

La storia futura di Torino, però, non sembra destinata a essere declinata al femminile. Infatti, la corsa per le nuove elezioni che si terranno in autunno vede predominare gli uomini. E scomparire, quasi del tutto, le figure femminili. Non solo Paolo Damilano candidato del centrodestra che ha asfaltato le deboli speranze della deputata di Forza Italia Claudia Porchietto che si è messa a disposizione del suo partito prima che questo decidesse di convergere sul nome dell’imprenditore. 

Anche nel centrosinistra non ci sono che nomi maschili. Tre i candidati che hanno dato disponibilità per le primarie, da cui si sceglierà il candidato sindaco: Stefano Lo Russo, Francesco Tresso e Enzo Lavolta. A quali potrebbe aggiungersi anche il radicale Igor Boni. L’unica donna che in un primo momento aveva manifestato intenzione di candidarsi, la dem Gianna Pentenero, è sparita, scegliendo di fare un passo indietro “per accogliere l’appello alla responsabilità e alla sintesi del segretario nazionale”, spiega. Appello che invece i colleghi uomini hanno lasciato scorrere per continuare la loro determinata campagna per diventare sindaco. 

E così ad oggi l’unico nome femminile delle elezioni 2021 è quello della candidata del Partito Comunista Giusy Greta Di Cristina. A cui potrebbe aggiungersi Carlotta Salerno per i Moderati. Mentre i Cinque Stelle da quando Appendino a rinunciato al mandato bis e dopo la mancata alleanza con il Pd ancora cercano un aspirante sindaco, o sindaca perchè in questo caso tra le possibili scelte vi è anche l’attuale capogruppo Valentina Sganga

Certo, si potrà obiettare che ciò che conta è che chi governa la città lo faccia per bene ed è di sicuro qualcosa che non dipende dal genere. Eppure, quando tra qualche mese si vedranno cartelloni elettorali con solo facce maschili verrà da chiedersi se forse questa assenza di candidate a sindaca non sia che un’altro lato di una medaglia che vede le donne sempre un passo indietro e costrette alla ricorsa: di uguali diritti, di uguali salari, di uguali riconoscimenti. 

Secondo i dati del World Economic Forum ci vorranno ancora 136 anni per colmare le diseguaglianze tra uomo e donna e ben 145 anni per colmarle nella rappresentanza politico-istituzionale. 

Chissà che l’incentivare la partecipazione politica delle donne non sia già un modo per aiutare a diminuire questo gap più efficace dei proclami da campagna elettorale. 

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