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venerdì, 6 Dicembre 2024

Io Accolgo, Montemagno: “Cancellare i decreti di sicurezza e ripristinare il permesso di soggiorno per motivi umanitari”

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Susanna De Palma
Susanna De Palma
Laureata in Scienze Politiche. Giornalista professionista dal 2009. Fin dagli anni del liceo collabora con alcuni giornali locali torinesi, come la Voce del Popolo e Il Nostro Tempo. Dal 2005, pur mantenendo alcune collaborazioni, passa agli Uffici Stampa:Olimpiadi 2006, Giunta regionale, Ostensione della Sindone. Attualmente giornalista presso l'ufficio stampa del Consiglio regionale Piemonte.

Abrogazione dei decreti sicurezza e sicurezza bis e l’annullamento degli accordi con la Libia. Queste le due richieste urgenti e imprescindibili che cittadini e cittadine, organizzazioni della società civile, enti e sindacati della campagna nazionale e dunque anche del Piemonte, IO Accolgo rivolgeranno al nuovo governo giallo-rosso, il prossimo 24 settembre a Roma.

Abbiamo chiesto a Diego Montemagno, coordinatore piemontese della campagna IO Accolgo, di entrare nel merito dei punti sui quali Io Accolgo chiede che ci si muova velocemente.

Certamente tra i primi punti da rivedere, il ripristino del permesso di soggiorno per motivi umanitari. Era rilasciato in presenza di seri motivi di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali. Averlo abrogato ha fatto si che decine di migliaia di persone si trovassero in condizioni di estrema vulnerabilità senza poter ottenere o rinnovare il permesso di soggiorno, condannati all’emarginazione e allo sfruttamento. Tra questi, anche molti cittadini stranieri che avevano già trovato un inserimento lavorativo. Secondo: permettere che i richiedenti asilo vengano iscritti all’anagrafe. L’impossibilità di ottenere la residenza determina enormi problemi nell’inserimento lavorativo e nell’accesso ai servizi.

Nel documento chiedete inoltre di ristabilire un sistema nazionale di accoglienza che promuova l’inclusione sociale di richiedenti asilo e titolari di protezione. Cosa vuol dire nella pratica?

I richiedenti asilo non possono più essere inseriti nel sistema di accoglienza gestito dai Comuni (ex-SPRAR), ma possono essere accolti unicamente nei CAS, strutture prefettizie spesso di grandi dimensioni e prive di servizi fondamentali come i corsi di italiano, l’orientamento lavorativo e la mediazione interculturale. Una situazione che di fatto, ha portato alla perdita del posto di lavoro per migliaia di operatori e operatrici, senza un’adeguata copertura e accompagnamento degli ammortizzatori sociali.

Le richieste che avanzate non prescindono però dal quadro internazionale. Cosa proponete nel vostro appello?

Sul fronte internazionale IO Accolgo chiede che il Governo annulli immediatamente gli accordi con il Governo libico e che, fatti salvi gli interventi di natura umanitaria, non vengano rifinanziati quelli di supporto alle autorità libiche nella gestione e controllo dei flussi migratori. I migranti intercettati dalla cosiddetta Guardia Costiera libica e riportati forzatamente in Libia vengono sistematicamente rinchiusi nei centri di detenzione, in condizioni disumane, e sono sottoposti a torture, stupri e violenze. Rinviare persone bisognose di protezione verso un Paese non sicuro, come dichiarato anche dall’UNHCR e dalla Commissione europea, viola la nostra Costituzione e il diritto internazionale ed è contrario ai valori fondamentali di umanità. Altrettanto imprescindibile è che l’Italia reclami con forza, in seno all’Unione europea, una revisione del Regolamento Dublino che preveda una equa ripartizione di responsabilità tra tutti i Paesi europei sulla base di criteri che tengano anche conto dei legami significativi dei richiedenti asilo, l’attivazione di una missione di ricerca e salvataggio europea in grado di fermare le morti in mare.

La Campagna IO accolgo, nota per il simbolo della coperta termica, nell’immaginario collettivo oggetto distintivo nel primo soccorso ai migranti, è tra le realtà associative più giovani del nostro Paese. Lanciata a giugno 2019, con quali obiettivi?

Due gli obiettivi fondamentali rimettere insieme pezzi del mondo dell’accoglienza, dalle cooperative alla famiglie che accolgono, per ribadire che è necessario continuare a fornire un servizio che è sia civico che umano. La politica passata ha frantumato questo fronte, è giunto il momento di ricostruirlo. E poi chiamare vogliamo chiamare a raccolta tutte quelle persone scese in piazza nei mesi scorsi a favore dei porti aperti, volgiamo sensibilizzare e informare intorno ad un unico tema, quello dell’accoglienza. Dobbiamo chiedere che questo paese lo sia accogliente, così come l’Europa deve scoprirsi solidale nella ridistribuzione delle persone per evitare di fomentare ancora odio sociale.

Come vi state muovendo in Piemonte e quali saranno i prossimi appuntamenti?

Sono diversi gli appuntamenti già calendarizzati. All’appello del 24 settembre a Roma, a cui sarà affiancata anche una raccolta firme online e banchetti informativi in tutte le città, in Piemonte il Comitato regionale di IO Accolgo, la cui composizione si definirà nei prossimi giorni, avrà come primo impegno quello di incontrare le segreterie locali delle diverse forze politiche, per chiedere un sostegno concreto già per le prime iniziative in programma. Il prossimo 3 ottobre, giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, alle 18.30, saremo in piazza palazzo di Città a Torino per il primo Flash mob di IO Accolgo. Il 9 ottobre saremo presenti alla cerimonia di intitolazione dell’area pedonale di collegamento tra via Livorno e corso Mortara a ricordo delle Vittime dell’immigrazione del mediterraneo. Con noi saranno presenti Carlotta Sami, da più di quindici anni nell’ambito delle relazioni internazionali, dei diritti umani e degli interventi umanitari, portavoce per il Sud Europa dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e Tareke Brhane, presidente del Comitato Tre Ottobre.

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