Non bastava l’elegante invito “andate ancora avanti a trattarli come mongoloidi” inoltrato da Marco Travaglio in diretta televisiva nel 2017. Non bastava la frase, stavolta scritta (e quindi non sfuggita nella foga del dibattito) all’esimio giornalista, che a marzo di quest’anno sentenziava “le conclusioni che ne trarrebbe pure un bambino ritardato”. Oggi il Fatto Quotidiano, diretto – guarda caso – da Travaglio, titolava un articolo scritto da Ettore Boffano “Chiampa frega Appendino e vuole un ‘nano’ anti-5S”, riferendosi alla presunta intenzione dell’ex presidente della Regione di candidare Stefano Lo Russo a Sindaco di Torino.
“Lungi da noi – commenta Giancarlo D’Errico, presidente Anffas Torino – entrare nel merito politico dell’articolo, ma utilizzare la parola “nano” per descrivere la “statura politica” di una persona è offensivo verso le tante persone affette da nanismo, una condizione clinica che spesso diventa una disabilità invalidante dal punto di vista fisico e ha anche pesanti ripercussioni da quello psicologico”.
“Ancora una volta – continua D’Errico – la disabilità viene utilizzata come metafora dispregiativa nei confronti di un avversario politico, denotando un’assoluta mancanza di sensibilità nei confronti delle stesse persone con disabilità e delle loro famiglie, un menefreghismo verso la loro condizione e le loro esigenze che – purtroppo – spesso trova riscontro anche a livello politico e sociale, oltre che una pochezza di ragionamento e una scarsità di linguaggio preoccupante per chi di mestiere fa il giornalista”.