No Tav in fila davanti al Tribunale di Torino. E per una volta non sono loro a finire sul banco degli imputati. Gli attivisti del movimento si sono dati appuntamento per depositare le loro querele per diffamazione contro il direttore de La Repubblica Maurizio Molinari.
Il riferiemento è quanto detto da Molinari durante la trasmissione televisiva “Mezz’ora in più”, diretta da Lucia Annunziata, lo scorso 10 ottobre, su La7.
“I No Tav sono un’organizzazione violenta, quanto resta del terrorismo italiano degli anni ‘70. Aggrediscono sistematicamente le istituzioni, la polizia, anche i giornali, minacciano i giornalisti a Torino e la cosa forse più grave è che sono in gran parte italiani che si nutrono anche di volontari che arrivano da Grecia, Germania e a volte dalla Francia per un torinese No Tav significa sicuramente terrorista metropolitano; chiunque vive a Torino ha questa accezione” ha dichiarata Molinari aggiungendo che “la cosa più grave nei confronti dei No Tav è che siccome si avvolgono di una motivazione ambientalista, quando questa motivazione viene legittimata, loro reclutano, con una dinamica che ci riporta davvero agli anni ‘70”.
Sui loro canali social i No Tav riportano le affermazioni di Molinari precisando come “sono anni ormai che i mass media tentano inutilmente di tacciare i No Tav come violenti, mentre sappiamo bene che l’unica vera violenza è quella che è stata imposta dai tanti governi che si sono susseguiti in questi ultimi trent’anni che, senza preoccupazione alcuna, hanno portato avanti un progetto criminale e devastante”.
Il movimento ricorda ancora come “la Procura aveva già provato ad accusare diversi No Tav di terrorismo, cosa poi totalmente smentita dalla Corte di Cassazione. Ecco perché, di fronte a certe dichiarazioni che nulla hanno a che vedere con la realtà di quello che è il movimento No Tav, sentiamo la necessità di attaccare per difenderci, un’altra volta, da questi gravi soprusi, consapevoli che la nostra comunità in lotta ha chiaro quanto sia in difficoltà la controparte e tutti gli agenti ad essa correlati, come gli stessi mass media.
“Prima di parlare bisognerebbe soppesare le parole perché la possibilità di avere attenzione mediatica, senza alcun tipo di contraddittorio, per affermare inoltre falsità conclamate è uno sport che in molti dovrebbero smettere di praticare” concludono i No Tav.
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