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mercoledì, 11 Dicembre 2024

Gtt ha un futuro?

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Ritorno oggi per l’ennesima volta sulla drammatica situazione di GTT, società del trasporto pubblico torinese con oltre 5.000 dipendenti, un fatturato di circa Euro 440.000.000 e debiti per oltre Euro 540.000.000.

Alla data odierna la società non ha ancora approvato il Bilancio 2016 (che avrebbe dovuto essere approvato entro il 30 Giugno 2017); vi sono dubbi sulla continuità aziendale (la società ha un fabbisogno di cassa di circa Euro 60.000.000 per chiudere l’esercizio); sono in corso indagini della Magistratura sui bilanci degli esercizi precedenti.

Da notizie di stampa sembrerebbe che la società stia predisponendo un piano industriale che dovrebbe essere il punto da cui partire se si vuole ipotizzare una seria ristrutturazione aziendale.

Indiscrezioni giornalistiche, inoltre, parlano del possibile ricorso all’amministrazione straordinaria (Legge Prodi-Marzano) o al concordato in bianco (recentemente introdotto dalla normativa fallimentare).
Sono forse questi i motivi per cui la società non approva il Bilancio (infatti i criteri di redazione del bilancio sono diversi allorquando viene meno la continuità aziendale)?

Ma l’amministrazione della Città di Torino che, quale unico socio tramite FCT Holding, deve dettare le linee guida relativamente agli indirizzi strategici della società (si veda al riguardo l’art. 22 secondo comma dello Statuto di FCT Holding), che cosa intende fare?

Al momento vi è un silenzio assordante che desta non poche preoccupazioni.

Certo mi rendo conto che le decisioni siano difficili (e forse non sostenibili dalla Città di Torino).

GTT necessita:

a) di un piano industriale adeguato e credibile;
b) di una importante ricapitalizzazione (oltre Euro 150.000.000) per riequilibrare la situazione finanziaria;
c) di un sistema di tariffe coerente con i fabbisogni della società.

Certo che se il socio (e cioè il Comune di Torino) è nell’impossibilità (per mancanza di risorse) di dar corso alla ricapitalizzazione (si ricordi che al momento il Comune di Torino non sta nemmeno onorando i debiti verso GTT), gli scenari che si aprono sono solo due: procedura concorsuale con il rischio che la stessa sfoci nel fallimento della società o alternativamente cessione della maggioranza del capitale ad un terzo che, da un lato ricapitalizzi la società in modo adeguato azzerando i rapporti di debito / credito fra GTT e il Comune di Torino e, dall’altro, sulla base di un piano industriale concordato con le parti sociali, assuma impegni occupazionali sostenibili e concordi le tariffe con la Città di Torino per tutta la durata del piano industriale assicurando un futuro alla società e al sistema di trasporto pubblico Torinese.

Signor Sindaco, quale titolare della delega alle partecipazioni dica, ai dipendenti GTT, alle loro famiglie ed ai Torinesi che cosa vuol fare, e lo faccia in fretta.
Nei prossimi giorni presenterò una interpellanza in Comune sollecitandole una risposta.
La deve alla Città e per cortesia ci risparmi il solito refrain “non è colpa mia”.
Ai Torinesi e ai dipendenti GTT oggi non interessa di chi è la colpa. Vogliano conoscere quale futuro li aspetta.

Scritto da Alberto Morano, consigliere comunale di Torino “Lista Morano”

 

 

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