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venerdì, 6 Dicembre 2024

Gli utenti di LinkedIn sgridano Appendino: “Qui non si fa propaganda politica”

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

di Andrea Doi

È innegabile che due giorni fa, quando è arrivata la relazione della Corte dei Conti nell’entourage della sindaca Chiara Appendino c’era molta frenesia. Pochi sono realmente quelli che hanno letto le oltre 40 pagine e sicuramente non è possibile in pochi minuti trarne delle conclusioni visto che un’attenta lettura fatta da occhi esperti ne richiede circa 45.
Eppure i social network Facebook e Twitter sono stati presi d’assalto dagli attivisti del Movimento 5 Stelle e dai simpatizzanti, o semplicemente dagli “anti” sostenendo che la Corte dei Conti incolpava del disastro in cui Torino si trova l’amministrazione targata Piero Fassino. Naturalmente Appendino oltre a pubblicare il testo integrale della pronuncia utilizzava i moderni dazebao per sostenere che a lei non erano stati lasciati i conti in ordine. Una vera e propria operazione strategica che ha visto impegnata tutta la squadra dei social media manager della prima cittadina (ma c’è ancora qualcuno che pensa che Appendino abbia tempo di scrivere o rispondere ai post di persona, con tutti gli impegni che ha?). Le stesse persone che si intravedono in Sala Rossa in fondo a sinistra con la testa china e le dita veloci sullo smartphone.

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Peccato che non sia stata gradita la loro invasione su LinkedIn. Il social network utilizzato per motivi professionali per chi cerca lavoro ma anche scambi di idee e consulenze. Qui la politica a quanto risulta ci azzecca poco. Il post della sindaca è stato subito criticato dalla maggior parte degli utenti che l’avevano letto. Qualcuno le ha fatto notare che su LinkedIn “andrebbero pubblicate soltanto iniziative e progetti di sviluppo” e che “non si usa per propaganda politica e anche una notizia importante come questa non rientra nello scopo di questo social”.
Insomma, la figura non è stata delle migliori, tutti traditi dalla voglia di dimostrare quello che poi alla fine non è neppure tanto esatto.

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