C’è anche Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni tra le richieste di parte civile presentate all’udienza preliminare dell’inchiesta “Fenice”, sulle infiltrazioni della ‘Ndrangheta in Piemonte.
Fratelli d’Italia, però, a differenza di Regione Piemonte, dell’associazione Libera e del Comune di Carmagnola, si vuole presentare come parte civile solo per quanto riguarda Roberto Rosso, l’ex assessore regionale accusato di aver versato del denaro per ottenere più voti per le elezioni in Piemonte del 2019.
Rosso era stato cacciato dal partito di Giorgia Meloni subito dopo il suo arresto.
“La scelta di Fratelli d’Italia di costituirsi parte civile contro Roberto Rosso significa sconfessare totalmente 25 anni di politica in cui il partito, a fianco di Forza Italia, si e’ battuto per una sorta di garantismo”, commenta l’avvocato Giorgio Piazzese, legale difensore di Roberto Rosso.
“Oggi Fratelli d’Italia – aggiunge l’avvocato – adotta invece una politica di tipo giustizialista nei confronti di una persona che in quarant’anni non ha mai riportato una condanna, una mossa squisitamente politica”.
“E’ una persona provata da cinque mesi di detenzione, senza possibilità di incontrare i familiari, ma con la consapevolezza di essere totalmente estranea ai fatti contestati”, spiega il legale sulle condizioni del proprio assistito.
L’inchiesta la “Fenice”, come detto, che riguarda l’infiltrazione della ‘ndrangheta in Piemonte. In particolare l’insediamento nella zona di Carmagnola di una locale collegata alla cosca Bonavota, di Sant’Onofrio, Vibo Valentia.
Quattordici gli imputati.