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mercoledì, 11 Dicembre 2024

Dopo la scomparsa di Andrea Flamini si tuteli il patrimonio della sua biblioteca

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Riceviamo e pubblichiamo: 

Nell’ultimo decennio, in qualità di socio e rappresentante di diverse associazioni di volontariato, ho avuto modo di collaborare con l’Associassion Piemonteisa e con il compianto Andrea Flamini, che per anni ha impersonato la maschera di Gianduja in molte manifestazioni, prima fra tutte quelle per i festeggiamenti di San Giovanni a Torino.
La dipartita di Flamini lascia un vuoto nel panorama sociale e culturale torinese ed è avvenuta in un momento in cui già l’Associassion Piemonteisa si trova a dover affrontare le note problematiche relative allo sfratto dalla storica sede all’interno di Palazzo Birago di Vische.
Alla luce di questi eventi si rende vieppiù necessario un intervento a sostegno di queste attività e a tutela del patrimonio della biblioteca che Flamini aveva creato ed accresciuto nel corso dei decenni; tale biblioteca, infatti, consta di circa 15.000 volumi sulla cultura e sul folklore piemontese, ma non solo, ed è meta di studenti universitari per la preparazione di diverse tesi di laurea.
Si tratta, quindi, di un “unicum” nel panorama piemontese che merita di essere tutelato e valorizzato, ma anche accresciuto continuamente con la ricerca di altri volumi, così come ha sempre fatto Andrea Flamini, nel cui ricordo spero che venga proseguita tale opera, volta alla conservazione del folklore locale ed allo scambio culturale con le tradizioni popolari del resto dell’Italia e non solo.
L’attività di riscoperta del patrimonio tradizionale piemontese di Flamini, infatti, è stata improntata al costante confronto con le similari esperienze degli altri Paesi in un’ottica di reciproco scambio ed accrescimento di esperienze: non, dunque, una gelosa e chiusa custodia delle proprie tradizioni, ma un gioioso interagire alla scoperta di un mondo pittoresco e variegato nelle sue diverse declinazioni etniche, ma connotato dal medesimo substrato umano che, ad ogni latitudine, finisce per esprimere le stesse emozioni!
È, pertanto, auspicabile che le Istituzioni, ciascuna per la parte di propria competenza, si attivino per evitare la dispersione di un tale patrimonio culturale, anche tramite il coinvolgimento di soggetti privati che possano fornire adeguati contributi.

Davide Schirru
referente Piemonte Associazione Italiana Lotta agli Abusi

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