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sabato, 22 Marzo 2025

Costituzione, adesso basta polemiche

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

La riforma della legge elettorale, e a maggior ragione quella costituzionale, richiedono di norma un “clima costituente”. E cioè, partiti concordi sulla necessità di rivedere e ritoccare la Costituzione repubblicana, un Parlamento capace di convergere sulle priorità ritenute indispensabili per il bene della nostra democrazia e, soprattutto, una volontà costruttiva che punta alla costruzione e alla definizione di regole a cui sono interessati tutti i cittadini.
Ora, alla luce di queste condizioni politiche minimali e necessarie, lo spettacolo che emerge quotidianamente è semplicemente deplorevole, se non squallido: contrapposizione politica frontale, delegittimazione tra i vari partiti, insulti, botte e contumelie di ogni genere, minacce di Aventino, appelli alla pubblica opinione a mobilitarsi contro un possibile sovvertimento dell’ordine democratico.
Se questo è il contesto politico, culturale ed ambientale in cui si svolge e si articola il dibattito sulla riforma costituzionale, c’è da essere seriamente preoccupati sulla bontà e sulla valenza di questa doppia riforma. Certo, la polemica è molte volte strumentale e anche grossolana. Oltreché fuori luogo e fuori misura. Come, del resto, sarebbe del tutto fuori luogo confrontare la “statura” politica, morale e istituzionale di chi ha fatto la Costituzione con l’attuale classe politica…
Ma quello su cui preme richiamare l’attenzione oggi è l’assenza di qualsivoglia “clima costituente” nella politica italiana. Tutto è piegato al tatticismo, al contingente, al risultato immediato e alla speculazione quotidiana.
Riforma elettorale e riforma costituzionale condotte in un clima ambientale così deteriorato non possono che dar vita ad una legislazione approssimativa e precaria. C’è da augurarsi che, cammin facendo, il clima politico migliori e che la riforma elettorale e la riforma costituzionale non si riducano a merce di scambio tra i vari partiti ma rappresentino, al contrario, un volano che contribuisce a migliorare la democrazia e a renderla più forte, più stabile e più robusta nella società contemporanea.

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