La riforma della legge elettorale, e a maggior ragione quella costituzionale, richiedono di norma un “clima costituente”. E cioè, partiti concordi sulla necessità di rivedere e ritoccare la Costituzione repubblicana, un Parlamento capace di convergere sulle priorità ritenute indispensabili per il bene della nostra democrazia e, soprattutto, una volontà costruttiva che punta alla costruzione e alla definizione di regole a cui sono interessati tutti i cittadini.
Ora, alla luce di queste condizioni politiche minimali e necessarie, lo spettacolo che emerge quotidianamente è semplicemente deplorevole, se non squallido: contrapposizione politica frontale, delegittimazione tra i vari partiti, insulti, botte e contumelie di ogni genere, minacce di Aventino, appelli alla pubblica opinione a mobilitarsi contro un possibile sovvertimento dell’ordine democratico.
Se questo è il contesto politico, culturale ed ambientale in cui si svolge e si articola il dibattito sulla riforma costituzionale, c’è da essere seriamente preoccupati sulla bontà e sulla valenza di questa doppia riforma. Certo, la polemica è molte volte strumentale e anche grossolana. Oltreché fuori luogo e fuori misura. Come, del resto, sarebbe del tutto fuori luogo confrontare la “statura” politica, morale e istituzionale di chi ha fatto la Costituzione con l’attuale classe politica…
Ma quello su cui preme richiamare l’attenzione oggi è l’assenza di qualsivoglia “clima costituente” nella politica italiana. Tutto è piegato al tatticismo, al contingente, al risultato immediato e alla speculazione quotidiana.
Riforma elettorale e riforma costituzionale condotte in un clima ambientale così deteriorato non possono che dar vita ad una legislazione approssimativa e precaria. C’è da augurarsi che, cammin facendo, il clima politico migliori e che la riforma elettorale e la riforma costituzionale non si riducano a merce di scambio tra i vari partiti ma rappresentino, al contrario, un volano che contribuisce a migliorare la democrazia e a renderla più forte, più stabile e più robusta nella società contemporanea.