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sabato, 7 Dicembre 2024

Come cambia la mobilità dopo il Coronavirus

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Il lungo periodo di lockdown imposto in tutto il mondo per fermare la diffusione del Covid-19 si è rivelato molto positivo in termini di inquinamento atmosferico, un problema sempre più allarmante in questi ultimi anni. In questi mesi, infatti, la quarantena imposta dagli Stati ha bloccato la produzione di molte fabbriche e impedito alle persone di uscire – riducendo drasticamente l’utilizzo di veicoli- e tutto ciò ha contribuito a migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua di fiumi, laghi e mari. 
Secondo una recente analisi dell’Agenzia europea dell’ambiente la riduzione di inquinamento dell’aria in Europa rispetto all’inizio dell’anno è stata quasi del 60%: solo a Milano, nel mese di marzo, le concentrazioni medie di biossido di azoto (NO2) sono state inferiori di almeno il 24% rispetto al mese precedente.
Dati molto importanti e positivi, visto l’impatto che l’inquinamento ha sulla salute dell’uomo. Basti pensare che solo nel 2016 al biossido di azoto sono riconducibili più di 14mila morti premature in Italia. E tra le principali fonti di emissioni di NO2 ci sono i veicoli e, in generale, l’intero settore dei trasporti.

Fase 2 Covid-19: ripartire dalla mobilità sostenibile

Il settore dei trasporti è responsabile di circa un quarto delle emissioni climalteranti in Italia, contribuendo in maniera significativa alla crisi climatica attuale. La fase 1 della quarantena ha dato buoni frutti nella riduzione dell’inquinamento, ma si teme che con la graduale ripresa delle normali attività si possa ricadere nelle cattive abitudini e ritornare al punto di partenza. Per questo stanno prendendo piede molte iniziative a livello nazionale e internazionale per incentivare una mobilità più ecologica e attenta all’ambiente.
Prima tra tutte Legambiente che, lo scorso aprile, ha presentato ai sindaci italiani un piano per riorganizzare la mobilità delle città a partire da maggio, proponendo 5 punti di intervento:

  1. Rendere sicuro l’utilizzo dei mezzi pubblici, evitando affollamenti;
  2. Realizzare piste ciclabili provvisorie per incentivare l’uso della bicicletta per mantenere le distanze di sicurezza;
  3. Rafforzare car sharing ed e-mobility per ridurre le emissioni;
  4. Aiutare i cittadini a rottamare l’auto e scegliere la mobilità sostenibile;
  5. Agevolazioni per lo smart working per ridurre il traffico.

A Legambiente si uniscono altre iniziative. Vediamo insieme nel dettaglio alcuni ambiti su cui conviene investire per la mobilità del futuro e quali iniziative sono state messe in pratica.

Incentivare la sharing mobility

Bici, e-bike, scooter e monopattini elettrici, per gli spostamenti necessari è essenziale incentivare le tante alternative all’auto privata. Lo sharing è un servizio su cui è essenziale puntare per ridurre l’inquinamento, ma la sua adozione e incentivazione richiede grande impegno e dedizione da parte dei Comuni che dovranno stringere accordi vantaggiosi per i viaggiatori con le imprese di sharing. Auto e bici elettriche, come scooter e monopattini elettrici, oltre ad essere una valida alternativa all’auto personale contribuirebbero a mantenere al minimo il livello di inquinamento atmosferico.
In questo senso, sono sicuramente già più noti i tentativi (spesso di successo) di car sharing elettrico. In tante città sono presenti reti di auto “condivisibili” tra i cittadini, che hanno aperto anche tante nuove opportunità lavorative. Ad esempio, si possono sfruttare le informazioni ricavate dal localizzatore GPS per la sicurezza, la pianificazione degli interventi e la gestione delle attività di autonoleggio (fonte: runic.io).

Costruire nuovi percorsi ciclabili 

Tanti Paesi investono da anni nelle piste ciclabili per incentivare all’uso della bici e poter eliminare definitivamente la circolazione delle macchine nel centro città. La bici è anche il mezzo più indicato in questo momento per garantire il distanziamento, quindi sarebbe opportuno costruire ulteriori piste ciclabili all’interno della città, per semplificare e mettere in sicurezza coloro che sceglieranno di utilizzare la bici piuttosto che l’auto per spostarsi da un posto all’altro.

Incentivi per l’acquisto di mezzi di trasporto più sostenibili 

Il decreto Clima approvato lo scorso dicembre prevede un fondo “Programma mobilità” per incentivare le persone a rottamare i propri mezzi inquinanti per sostituirli con mezzi più ecologici. Per chi ha esigenze che richiedono il possesso di un veicolo personale o non vuole ricorrere allo sharing, potrebbe utilizzare auto o scooter elettrici contribuendo a ridurre le emissioni. Tuttavia, ad oggi, i fondi per questo programma non sono ancora stati stanziati.

Investire sul progresso tecnologico per sviluppare la mobilità del futuro e la green economy

Non esiste settore in cui la tecnologia non sia ormai penetrata ed è sempre più importante investire sullo sviluppo tecnologico per trovare soluzioni più ecologiche nel campo della mobilità.
Una grande iniziativa la troviamo a Torino che per avviare sul territorio comunale progetti dedicati alla sostenibilità urbana ha selezionato alcune startup del programma americano ‘techstars’ in Italia (un programma altamente competitivo che aiuta e accelera l’entrata nel mercato di giovani imprese) che hanno come core business proprio la mobilità, sostenibile ed innovativa. 
Una di queste è la startup Mobility Data Platform for Smart Cities, una piattaforma che, attraverso strumenti di analisi real time, processa le operazioni di mobilità, trasporto, sostenibilità e sicurezza. La piattaforma, attraverso una user experience moderna e strumenti di analisi predittiva, consente di indicizzare i dati, prevedere i risultati e automatizzare i flussi di lavoro, allo scopo di semplificare la lettura di dati complessi, facilitare i processi decisionali e la pianificazione.
Un’idea innovativa che sfrutta gli strumenti che permettono di fare analisi in real time time che si sono sviluppati soprattutto negli ultimi anni con l’introduzione dell’Internet of Things, sempre più presente in ogni dispositivo che acquistiamo.
Infatti oggi, per mansioni di questo tipo, si ricorre sempre più spesso ai localizzatori GPS che, integrati con la futura realtà IoT, permettono di monitorare in termpo reale e immagazzinare tutti i dati in piattaforme cloud condivise, dove poter analizzare tutti i dati raccolti e migliorare la gestione degli eventi.

Quale sarà il futuro della mobilità?

Senza ombra di dubbio, le possibilità di ripartire, alla fine del confinamento del virus, con soluzioni (e una coscienza) più ecologiche ci sono. Incentivando lo sviluppo tecnologico, stimolando i cittadini a un maggior senso civico e la giusta spinta economica da parte dei Governi, è possibile ripartire restando sulla retta via e aiutare il pianeta a riprendersi.

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