Neanche il tempo di sfogare gli strilli per l’agognato fuorigioco nel gol di Tevez al Milan, per gli stage negati dai club alla Nazionale o per quale altra questione calda presente questa mattina sui quotidiani sportivi, che il circo del pallone italiano è obbligato ad affrontare un altro dei suoi scandali, tanto frequenti quanto indigesti per chi, genuinamente, tifa per la propria squadra, non diserta mai lo stadio o non abbandona mai il divano, divenuto personalissima tribuna d’onore, davanti al televisore provvisto di pay-per-view.
Calcioscommesse, una malattia italiana. Questo dicon gli annuali più attenti ed integrali del calcio nostrano. Il procuratore di Cremona, Roberto Martino, chiudendo le indagini dell’inchiesta sul calcioscommesse ha iscritto 130 indagati fra allenatori, calciatori, ex giocatori e dirigenti sportivi. Nel registro degli accusati non ci sono solamente i nomi delle stelle del calcio mai esplose che hanno ricondotto le proprie attività in altre faccende del pallone, cercando miglior fortuna. Ci sono anche personalità premiate e rinomate, che hanno scritto pezzi o pezzetti di storia del pallone italiano, con gol fatti e campionati vinti, con presenze in Nazionale e partecipazioni ai Mondiali o agli Europei.
Antonio Conte, allenatore della Nazionale italiana, già vittorioso mister della Juventus, è accusato di frode sportiva per fatti relativi al periodo nel quale era allenatore del Siena. Per Conte è caduta l’accusa di associazione a delinquere, ipotesi di reato con cui era stato inizialmente iscritto nel registro degli indagati. Così non è però andata per il giocatore della Lazio Stefano Mauri, per l’ex capitano dell’Atalanta Cristiano Doni e per l’ex bomber della Nazionale Beppe Signori. C’è un altro nome eccellente, quello dell’allenatore dell’Atalanta Stefano Colantuono: è indagato con l’ex capitano della squadra Doni per la presunta manipolazione di Crotone-Atalanta del 22 aprile 2011.
Una brutta storia italiana, un’altra. Il processo tenterà di accertare quel che è avvenuto nelle circostante che vengono imputate agli indagati, ma fa terribilmente specie leggere così di frequente gli stessi nomi invischiati in situazioni che, oggettivamente, pulite non sembrano. Il ct della Nazionale Conte è ovviamente il volto da copertina dello scandalo, in quanto occupa uno scranno ambito e importante della Federazione Italiana Giuoco Calcio ed inoltre non è nuovo a procedimenti non propriamente calcistici (nel 2012 è stato deferito dalla Procura federale nell’ambito del terzo filone dell’inchiesta sportiva sul calcioscommesse ed è stato squalificato per quattro mesi dalla panchina della Juventus). Nel frattempo è ripartita l’ola che reclama “pulizia!”, durerà qualche giorno poi si dissolverà, per farsi trovare poi pronta all’apertura del successivo e probabile faldone giudiziario.
Oggi Conte incontrerà il presidente della Figc, Carlo Tavecchio. Dovrebbero esser affrontate le ruggini del mister nei confronti della poca disponibilità mostrata dai club di Serie A per il nuovo corso della Nazionale, che ha già fatto saltare l’ipotesi degli stage in azzurro. Il rischio di rottura si rincorre da tempo. Le accuse della Procura di Cremona influenzeranno o determineranno novità per la panchina italiana?