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sabato, 7 Dicembre 2024

Business dell’accoglienza Rom, sequestrati 400 mila euro. Indagato Michele Curto, ex consigliere Sel

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

di A.D.

Nuovo capitolo nel business dell’accoglienza ai Rom. Il pubblico ministero Andrea Padalino ha iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di truffa l’ex consigliere comunale di Sel Michele Curto, per il quale il giudice delle indagini preliminari Giorgio Potito ha disposto il sequestro di 13.489 euro che sarebbero i rimborsi secondo l’accusa gonfiati e corrisposti dal Comune di Torino all’azienda che lo aveva assunto, sempre secondo l’accusa, probabilmente in maniera fittizia.
Un’inchiesta, originata da un esposto in procura di Maurizio Marrone di Fratelli d’Italia, riguardante l’appalto da 5 milioni di euro affidato dal Comune di Torino nel 2013 per il reinserimento dei rom sgomberati dal campo di Lungo Stura Lazio e che ha portato al sequestro di 400 mila euro complessivi all’iscrizione di undici persone nel registro degli indagati. Dopo il presidente della cooperativa Valdocco Paolo Petrucci e l’attuale presidente di Terra del Fuoco, fondata dallo stesso Curto, Oliviero Alotto e l’immobiliarista Giorgio Molino, oggi sono stati notificati altri avvisi di garanzia.
Oltre a Curto, anche i fratelli Forte: Luca e Roberto, quest’ultimo vicepresidente di Terra del Fuoco e amministratore delle farmacia comunali. E la presidente dell’Associazione italiana Zingari Oggi, Carla Osella.
Secondo il pm Padalino all’ex consigliere Curto sarebbe riconducibile un vero e proprio sistema di “rimborsopoli”. Infatti sarebbe stato “fittiziamente” assunto dalla I.E. Impianti di Michele Rubino: «Lo scopo di tale operazione – si legge negli atti – era quello di garantire uno stipendio a Curto senza alcun onere per la I.e. Impianti, la quale si prestava a tale operazione, ben sapendo che tanto la retribuzione di Curto sarebbe stata pagata dalla collettività».

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