“Basta, i posteggi vanno regolamentati” è l’allarme lanciato da tempo da un tenace drappello di pensionati volontari che in Via Andorno, zona Vanchiglietta, (Circoscrizione 7), tiene aperto un Comitato di Quartiere spontaneo. Un nome che riporta agli anni ’70.
Cesare, uno degli strenui volontari della struttura, che ospita alcune associazioni offrendo alcuni servizi alla popolazione, specie quella più anziana, tenendo in mano una petizione, aggiunge: “Non si può lasciare tutto al degrado o al silenzio per non disturbare gli interessi elettorali e vorremmo ascolto, perché il confronto con politici e cittadini è importante non solo per le strette di mano prima delle elezioni”.
A questo si aggiungono i rilievi dei volontari Francesco e Salvatore, tutti veterani del quartiere.
Sono quelle sentinelle che consentono di tenere aperto uno spazio autonomo al servizio di tutti. Questo in una realtà ad elevata trasformazione, con aperture di esercizi commerciali che subentrano alle vecchie, tra un mix di case signorili e meno.
Tutto questo in un luogo che fu noto come Borg del fum. Borgoche un tempo fu il regno di botteghe artigiane e meccaniche, espressione del meglio della economia piemontese dell’epoca, dominate dalla collina di Superga.
Siamo tra il Po e la Dora a due passi dal centro. Il cahier de doleance, dei volontari del comitato di quartiere spontaneo, parte da un allarme, da tempo reiterato, per l’invasione di auto. Infatti trovare un posto auto di giorno è un incubo. Il motivo? Sul lato di Corso Tortona opposto all’ospedale Gradenigo, e risalendo per corso Belgio, spariscono le linee blu dei parcheggi a pagamento. E così ogni mattina un flusso di auto si riversa in quella zona invadendo ogni centinetro di terreno, in una zona in cui non mancano attività commerciali, uffici, imprese, studi medici..
Per il Comitato di Quartiere spontaneo si stratta comitato è una situazione pesante verso la quale è insostenibile il silenzio delle autorità, mentre sarebbe giusto porre una sana regolamentazione. Rilevano inoltre come la scelta di porre la zona blu estesa all’area area intorno al campus sulla Dora abbia comportato un numero esorbitante di autovetture a riversarsi sulla Vanchiglietta come parcheggio di interscambio. Un luogo magico in cui si arriva il mattino presto , si posteggia senza pagare e in pochi minuti, con un mezzo pubblico, si può raggiungere in centro città. Quest’abitudine. ormai consolidata, rende quanto mai critico se non impossibile il parcheggio per i resistenti e per i commercianti. Un discorso che ha un evidente effetto nel parcheggio selvaggio che spesso invade la linea spartitraffico che divide corso Belgio.
Una petizione lanciata dal Comitato, in cui si richiedeva l’attivazione di una “zona blu” mista ad aree a disco orario riservate al commercio e ai servizi (postali, bancari) non ha avuto successo. Il motivo? Inutile nasconderlo. La parola parcheggio gratuito, rispetto ad una sana regolamentazione con aree a pagamento, non ha incontrato quel legittimo entusiasmo per dar forza all’iniziativa rimasta nel cassetto.
Inutile aggiungere come anche a Vanchiglia Vanchiglietta si siano moltiplicati e allungati gli spazi dehor che hanno ulteriormente ridotto le aree per i parcheggi.
I promotori del comitato evidenziano anche altri problemi: il verde trascurato che vede degli alberi completamente cavi a rischio caduta sul ciglio di Corso Belgio e quelli eliminati dalla piazza del mercato di Corso Chieti. Un volontario mi ha poi accompagnato in via Gattinara dove, vicino ad una stele che ricorda una giovane partigiana uccisa due giorni dopo la liberazione, vi è da mesi una voragine più che una buca, segnalata da una barriera bianca e rossa prevista per i cantieri.
Viene inoltre riscontrato un eccesso di immondizia appoggiata vicino ai cassonetti ed i rifiuti per strada.
Su tutte queste problematiche la scarsa capacità di intervento delle Circoscrizioni, a parte feste di via, riconoscimenti ad alcune associazioni e l’organizzazione di alcuni servizi. Il tutto, com’è noto, con risorse e spazi d’azione alquanto limitati.
Dal Comitato spontaneo si solleva l’attenzione e la necessità di aiutare i tanti anziani soli e malati presenti nel quartiere. Anziani che spesso incontrano serie difficoltà ad operare con operazioni che prevedono il ricorso ad un supporto informatico.
Oltre all’accesso al web vi sono ulteriori seri problemi che si chiamano solitudine e condizioni di salute spesso precarie. Per questo il Comitato cerca persone che siano pronte a dare una mano nel quartiere con spirito solidale.