Era tutto uno scherzo, una burla. In fondo siamo tutti figli e figliastri di un burlone che questo Paese ha promosso comico e poi politico nel suo delirio di autolesionismo. Bravi e onesti questi dirigenti del movimento sociale cinquestelle sabaudi a metterla in caciara e a gettare la maschera dopo aver vinto lo scorso anno le elezioni cantando il loro inno di battaglia “abbattiamo il sistema Torino” e urlando sotto le volte di palazzo civico la diversità (un filino aggressiva) grillina “onestà, onestà”.
L’assessore al commercio Alberto Sacco, che stampa sempre al prossimo un sorriso da commesso viaggiatore anni Cinquanta, ieri infatti ha mostrato all’assemblea dell’Amma, l’associazione padronale metalmeccanica, la faccia della domenica, un eufemismo per non scrivere “faccia di bronzo”.
Sì, perché davanti al presidente della Regione Sergio Chiamparino, che un giorno sì e un altro ancora viene vituperato dalle masse grilline e strapazzato dalla sua sindaca per aver sperperato i soldi dei torinesi non al Casinò, sia chiaro, ma per investimenti su Olimpiadi, passante ferroviario, metropolitana, insomma per dare un’altra faccia alla città, ha candidamente proposto di ricreare un sistema Torino.
Badate l’uso dell’articolo indeterminato, non “il”, che avrebbe rimandato a quello criminalizzato del centro sinistra, ma ad un sistema qualunque, da scegliersi nella vasta gamma di opportunità che la crisi economica oggi ci offre.
E ha aggiunto Sacco, in vena ad un ecumenismo in salsa grillina: “basta con le polemiche, archiviamo le contrapposizioni”.
Che stia pensando il buon Sacco, nomen omen, di archiviare proprio la sua sindaca?