Alla fine lo hanno fatto. Da giorni circolava già la voce, ma sembrava talmente assurda che in pochi l’hanno presa sul serio, anche perché il tema trattato è da prendere sempre con le pinze. E invece Nina De Chiffre, la ragazza No Tav balzata agli onori della cronaca e degli obiettivi dei fotografi per il bacio al casco di un poliziotto in occasione della manifestazione del 16 novembre contro la linea ad alta velocità, è stata denunciata.
Ma la cosa che lascia veramente allibiti sono i reati contestati: oltraggio a pubblico ufficiale e, ma quello che farà discutere sicuramente è la violenza sessuale.
A darne l’annuncio è stato Franco Maccari, segretario generale del sindacato di Polizia, Coisp: «Ho denunciato la No Tav che ha baciato il casco del poliziotto – che ha spiegato perché proprio violenza sessuale – Se io la bacio sulla bocca, non è reato? Se fosse stato un poliziotto a baciare un manifestante a caso, sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale».
Un bacio che era stato interpretato, da chi vuole dividere all’interno del movimento che si oppone alla Torino-Lione tra buoni e cattivi, come il simbolo di pacificazione tra la polizia e i manifestanti. L’attivista No Tav milanese, però, aveva subito spiegato di aver fatto quel gesto per disprezzo nei confronti delle forze dell’ordine, soprattutto dopo quanto avvenuto a Marta di Pisa, picchiata e molestata dagli agenti a luglio durante una manifestazione.
E proprio del fascicolo che riguarda la vicenda di Marta non si hanno più notizie. Tutto è incominciato il 19 luglio quando venne arrestata: la donna denunciò che durante il suo arresto, venne molestata, palpeggiata e insultata dagli uomini delle forze dell’ordine. Una violenza sessuale, quella di allora, che sicuramente non ha niente a che vedere con la provocazione di un bacio su una visiera abbassata di un casco.
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