di Moreno D’Angelo
E’ durato poco Gianfranco Zola sulla panchina del Cagliari. Una bandiera della Sardegna. Ora molti si chiedono quanto durerà come allenatore del Milan un’altra icona come Pippo Inzaghi.
Zola era subentrato a Zdenek Zeman a dicembre. Il prestigioso passato da giocatore e le sue esperienze nel calcio inglese non sono bastate a dare una svolta ad una squadra che ha inanellato, sotto la sua gestione, una serie di risultati deludenti. Sulla panchina rossoblù ritornerà ora il mitico Zeman. Un allenatore che, nonostante i tanti gol subiti, ha sempre mantenuto un ottimo feeling con la tifoseria.
E’ evidente che per allenare in Serie A serve esperienza e tenacia, poco contano i nomi altisonanti che hanno fatto sognare le curve a suon di gol. Allenatori come Maurizio Sarri dell’Empoli o vecchie volpi come Giampiero Ventura del Torino, pur con squadre dal potenziale modesto, hanno saputo trasmettere schemi, metodo, passione ed energia. Lo stesso dicasi di Andrea Stramaccioni che, dopo l’esperienza non facile con l’Inter, sta lavorando molto bene all’Udinese.
Insomma non basta essere stati prestigiosi giocatori ed avere avuto qualche esperienza da allenatore per avere successo, tanto più in piazze dove le pressioni e la sete di risultati è forte. Nel calcio di oggi saper gestire un ampio parco giocatori e di “prime donne”, in un valzer di vorticosi interessi, il ruolo dell’allenatore risulta sempre più importante. Un discorso che va oltre schemi e tecniche di gioco applicate.
Per il Milan vi è stato in tal senso l’esempio di Seedorf, un vero monumento da giocatore che in veste di allenatore (ancora a libro paga) non ha certo brillato. Non basta il cuore e il nobile attaccamento ai colori di una squadra con cui si è giocato per ottenere buoni risultati. Ora tutti si aspettano qualche colpo di scena da Zeman, pronosticando quale sarà il prossimo mister a saltare.