È finita tra proteste e grida la lettura della sentenza di condanna degli imputati del processo della scalata alla società calcistica della Lazio. Sette condanne e un’assoluzione. Questo il verdetto del processo nato dall’inchiesta del 2006. Tra i condannati quattro capi ultrà degli irriducibili Lazio della curva nord: Fabrizio Piscitelli, e Yuri Alviti 3 anni e 2 mesi, Fabrizio Toffolo, 3 anni e 6 mesi, mentre 2 anni e 2 mesi è la pena per Paolo Arcivieni.
Insieme a loro condannati anche Guido Carlo Di Cosimo (4 anni e 2 mesi), Giuseppe Bellantonio (2 anni e 2 mesi) e 1 anno e 6 mesi per Fabrizio Di Marziantonio, assolto Bruno Enrico per non aver commesso il fatto. Come detto alla lettura della sentenza i parenti e gli amici degli imputati hanno urlato “Buffoni”, “la Giustizia è morta” e “Siete corrotti”.
Nell’inchiesta per l’acquisizione del pacchetto societario e minacce all’attuale presidente della Lazio Claudio Lotito era rimasto coinvolto anche Giorgio Chinaglia, giocatore simbolo della Lazio degli anni Settanta morto ad aprile. Secondo i pm Stefano Rocco Fava, Vittorio Bonfanti, e Elisabetta Ceniccola, i capi della tifoseria avrebbero cercato di agevolare l’acquisizione attraverso minacce nei riguardi del presidente della Lazio Claudio Lotito e della moglie.