(Adnkronos) – “Il progetto nasce in Sicilia come pilota, durante la pandemia. L’esigenza è quella di avvicinare il proprio centro al domicilio dei pazienti in un momento in cui non potevano essere visitati. La telemedicina è stata quindi declinata in tutte le sue potenzialità, dalla telefonata alle riprese video con il paziente. In quel contesto ci siamo chiesti come la televisita potesse essere di reale supporto nel rapporto tra medico e paziente. Abbiamo quindi predisposto uno studio che validasse la televisita, affrontando tutti gli aspetti, da quelli medico legali a quelli tecnologici. I risultati ci hanno orientato al progetto su scala nazionale che proponiamo oggi”. Così Mario Zappia – professore ordinario di Neurologia e Direttore della Clinica Neurologica dell’Aou Policlinico G. Rodolico San Marco di Catania e presidente eletto della Società italiana di neurologia (Sin), in occasione della presentazione dell’indagine “Stato dell’arte e prospettive per la telemedicina nella gestione dei pazienti con Sclerosi multipla” promossa dalla Sin con l’Associazione italiana sclerosi multipla (Aism) e l’azienda biotecnologica Biogen, in collaborazione con ILHM-Unict (Centro studi avanzato in innovazione, leadership and health management) e con il contributo della prof.ssa Valeria Tozzi del Cergas di Sda Bocconi. "https://nuovasocieta.it/wp-content/uploads/2023/11/IntervistaZappia.mp4"—salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)