La Confindustria Piemonte chiede di riaprire subito, senza dover aspettare il 4 maggio: aperture progressive e ordinate. La proposta degli industriali piemontesi arriva sul tavolo del governatore Alberto Cirio, affinché la ripartenza venga concordata con istituzioni e sindacati.
Velocizzare insomma, anche perché secondo lo studio messo a punto dal Politecnico di Torino servirebbero alle imprese italiane circa un miliardo di mascherine al mese, 9.000 metri cubi di gel igienizzante, 456 milioni di guanti, 2,1 milioni di termometri, 250.000 cuffie per contenere i capelli lunghi.
“Abbiamo calcolato i bisogni per le aziende del Piemonte e riteniamo che ciascun valore debba essere moltiplicato per 12”, spiega il rettore Guido Saracco.
“La base è lo studio messo a punto dal Politecnico. E’ molto corposo. Per noi il problema sarà spiegarne i contenuti alle imprese, declinarlo in modo semplice e diretto per rendere chiaro cosa debbano fare per essere pronte a ripartire”, spiega Paolo Balistreri, direttore generale di Confindustria Piemonte.
“Noi abbiamo due buoni punti di riferimento per la ripartenza, l’accordo tra Confindustria e sindacati del 14 marzo e l’accordo tra Fca e sindacati. Il problema maggiore riguarda le imprese più piccole. Aziende e sindacati sono in grado di lavorare per la ripartenza, è il sistema che deve mettere insieme le cose: fornire le mascherine, il gel igienizzante e i guanti, organizzare i trasporti”, aggiunge Balistreri che avverte: “Le imprese che non saranno in grado di garantire la sicurezza dei lavoratori non potranno ripartire”.