Sono 38 i Daspo firmati dal questore di Torino, Giuseppe De Matteis, ma il record è un altro. Gli ultras della Juventus, contro cui è stato emesso il provvedimento, dovranno stare lontano dagli stadi per ben dieci anni.
Si tratta dei tifosi coinvolti nell’inchiesta “Last Banner”, che ha portato all’arresto di dodici capi della curva bianconera, per presunte estorsioni nei confronti della società.
Da Torino dunque una nuova linea di condotta per quanto riguarda le tifoseria organizzate e proprio il capoluogo piemontese potrebbe diventare l’esempio da seguire nelle altre città.
Almeno così si augura il questore Giuseppe De Matteis. «Un altro tifo organizzato è possibile – spiega – bisogna dire basta ai tifosi di professione che vivono alle spalle delle società».
«Qui c’è stata una squadra che ha cambiato atteggiamento – continua – la Juventus ha avuto il coraggio di denunciare l’estorsione che stava subendo».
«Ho la convinzione che quanto accaduto alla Juve capiti anche in altre curve. Per questo inchiesta come quella di Torino può essere replicata, a patto che i club denuncino».
Per quanto riguarda il 38 provvedimenti Daspo 15 sono con obbligo di firma. Di questi ultimi, 12 nei confronti di coloro a cui è stata applicata una misura cautelare nell’operazione “Last Banner e 3 nei confronti di persone denunciate in stato di libertà, ma già destinatari di Daspo pregressi.
Spiegano dalla questura di Torino: «Per la prima volta, è stata applicata la nuova normativa sul Daspo introdotta dal decreto sicurezza bis nella parte in cui eleva fino a 10 anni il Daspo e dà la possibilità di inserire in questo provvedimento i divieti applicabili all’avviso orale o alla sorveglianza speciale previsti dal codice antimafia, per esempio il divieto di possedere e usare apparati di comunicazione radiotrasmittente e qualsiasi tipo di arma anche a modesta capacità offensiva, armi giocattolo e miscele irritanti».
Tra i “daspati” compaiono i capi dei gruppi ultras Drughi e Tradizione, destinatari di Daspo della durata di 10 anni, con altrettanti anni di obbligo di comparizione. Agli stessi sono stati applicati anche i divieti introdotti dal decreto sicurezza bis, «sussistendo a loro carico condanne pregresse per delitti non colposi».
«Anche due dei più stretti collaboratori del capo ultras dei Drughi sono destinatari di Daspo della durata di 10 anni con obbligo di comparizione della stessa durata – continuano da corso Vinzaglio – I restanti provvedimenti hanno una durata che va dai 7 ai 6 anni. Altri 3 Daspo con obbligo di comparizione, della durata di 5 anni, sono stati irrogati nei confronti di altrettanti soggetti denunciati in stato di libertà per violenza privata/associazione a delinquere».
23 i Daspo senza obbligo di comparizione, tutti con durata quadriennale, emessi nei confronti di «persone indagate in stato di libertà per violenza privata /associazione a delinquere». «Dei 38 soggetti raggiunti dal Daspo, 12 erano già stati colpiti da provvedimenti precedenti, mentre per 26 si è trattato della prima irrogazione», concludono dalla questura torinese.