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martedì, 17 Settembre 2024

Torino, fiamme gialle in Comune. Sotto inchiesta i bilanci Gtt e Infra.To

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di Bernardo Basilici Menini

E’ partita un’inchiesta della Procura di Torino e della Corte dei conti sul bilancio del 2015 del Comune di Torino. Sotto la lente degli inquirenti in particolare i conti di Gtt e Infra.To, da cui emergerebbero difformità per una cifra superiore ai 5 milioni di euro: in sostanza, dei debiti che sarebbero stati occultati. La Guardia di Finanza ha effettuato una perquisizione negli uffici dell’assessorato a seguito dell’apertura di un fascicolo per falso in atto pubblico.

Il tutto comincia da un esposto presentato dal consigliere comunale Alberto Morano, che esulta: «Sono contento che si faccia chiarezza su una vicenda imbarazzante come questa. Per il momento non commento oltre, seguo lo sviluppo delle indagini».

Già Alberto Morano, intervenendo sul tema, aveva commentato questa anomalia: «È un serio problema perché delle due l’una: o non è corretta la rappresentazione dei debiti del Comune di Torino contenuta nel rendiconto della città relativo all’esercizio 2015, o non è corretto il bilancio Gtt approvato dalla Città di Torino il 21 luglio 2016».

Reazioni M5S. Sul tema intervengono sul tema Beppe Grillo e i parlamentari M5S. Il primo non ci pensa due volte e punta il dito contro la precedente giunta, usando come sempre il suo blog «A Torino Fassino ha lasciato un vuoto enorme, un buco, una voragine con in fondo il marchio Pd – dice il comico genovese– Oggi la Finanza è entrata in Comune perché mancano 5 milioni di euro, o forse molti di più, al bilancio del 2015 firmato dal triste profeta che probabilmente sarà iscritto nel registro degli indagati per falso in atto pubblico».

«Le partecipate sono infatti uno degli strumenti più usati dai partiti per prendere i soldi dei cittadini: in tutto in Italia hanno perdite che superano gli 84 miliardi. Oggi nessuno del Pd parla. Neppure fiatano. Bene. Continuate così. State zitti e lasciateci lavorare», chiude Beppe Grillo.

I deputati pentestellati  Laura Castelli e Ivan Della Valle rincarano: «Ci stupiremmo se il consigliere Fassino, avendo firmato il bilancio 2015, non venisse iscritto nel registro degli indagati per falso in atto pubblico».

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