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mercoledì, 4 Dicembre 2024

Si uccide al Cpr di Torino migrante vittima di aggressione

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Due settimane fa era stato vittima di un’aggressione mentre si trovava ad Imperia. Questa notte si è suicidato nella sua cella nel CPR di Torino.

È la tragica vicenda di un 23 enne originario della Guinea irregolare sul territorio italiano e  detenuto nella struttura torinese in attesa di rimpatrio.

Quindici giorni fa il era diventato a suo malgrado celebre sul web per la scena all’Arancia Meccanica ripresa e condivisa sui social network. Il 23enne era stato picchiato da tre uomini con calci pugni e bastonate e senza fermarsi nemmeno quando era ormai a terra e non reagiva più.

Il tutto in pieno centro di Ventimiglia, a pochi passi dal municipio e dalla caserma della polizia di frontiera.

I tre aggressori sono stati identificati e denunciati nel giro di 24 ore. Secondo quanto ricostruito dalla questura di Imperia a originare la violenta reazione è stato il tentativo di furto da parte del 23enne della Guinea che in un vicino supermercato avrebbe provato a rubare il telefono a uno dei tre. Che lo avrebbero raggiunto è iniziato a picchiare con calci e pugni e bastonate. Il tutto, come detto, ripreso dai passanti e condiviso sui social, in un filmato diventato virale che ha allarmato anche la questura.

Il 23enne è stato portato al vicino ospedale di Bordighera per le medicazioni. Ma al controllo è risultato irregolare in Italia e già colpito da provvedimento di espulsione. 

È quindi stato trasferito al CPR di Torino dove si trovava in isolamento per motivi sanitari. Questa notte il giovane si è tolto la vita impiccandosi con le lenzuola della sua camera.

«’Mi cercarono l’anima a forza di botte’ cantava De Andrè, ed è quello che è accaduto a Ventimiglia ad un ragazzo della Guinea picchiato con ferocia, anche quando era ormai a terra, da tre persone armate di bastone e un tubo. A distanza di due settimane da quella vicenda, quello stesso ragazzo di cui non sappiamo neppure il nome, ha deciso che a 23 anni ne aveva abbastanza: si è annodato delle lenzuola al collo e sì è impiccato al CPR di Torino. Morire a 23 anni fa schifo, se accade in seguito ad una violenza infame è disumano.
Chiediamo da anni che queste strutture vengano chiuse perché, nonostante tutto, lo Stato non riesce a mettere a disposizione le professionalità e le dotazioni necessarie a renderle luoghi dignitosi e sicuri per le persone che li popolano» – così Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione.

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