Valentina Sganga, capogruppo del Movimento Cinque Stelle in consiglio comunale a Torino commenta la proposta della sindaca Chiara Appendino che auspica un alleanza Pd-M5s-Leu per le prossime amministrative.
Spiega Sganga: “Oggi la sindaca Chiara Appendino ha rilasciato un’intervista al quotidiano La Repubblica che sta facendo discutere. Lei auspica che Torino possa diventare un laboratorio d’intesa tra M5s, Pd e Leu. Insomma, un progetto comune e un candidato comune (tra l’altro, chi?) per le future elezioni amministrative”.
“È una posizione legittima e sicuramente il suo è un auspicio nobile (conosco Chiara abbastanza da non avere dubbi a riguardo), ma lo condivido solo in parte. Vi spiego perché”, aggiunge Sganga.
“L’idea che Conte possa, in vista delle prossime politiche, essere al centro di un processo di riforma dell’asse progressista mi piace e mi fa sperare – continua – In questi anni di governo abbiamo fatto tanto, ma senza un progetto organico di sviluppo per il Paese: l’instabilità politica purtroppo ha reso complesso il cammino. Abbiamo fatto tanto riuscendo a racimolare un pò qui e un pò lì. Prima dalla Lega poi dal PD, e ora chissà”.
“Ma oggi pensare di raccontare agli elettori che si può vincere e governare da soli sarebbe semplicemente una bugia. E pensare di continuare a dar spazio a personaggi come Meloni o Salvini sarebbe imperdonabile. Quindi bene che parta questo percorso nazionale che sosterrò, con forza”.
“Ma, appunto, è un percorso. Un percorso è fatto di obiettivi comuni (la rivoluzione ambientale e la giustizia sociale sono quelli giusti), ma è anche fatto di confronto vero, trasparente, che parte dall’analizzare limiti e pregi di ciascuno, che parte soprattutto dai territori e non solo dai palazzi romani. Un percorso non è una somma tra parti, ma un accrescimento e un’evoluzione complessiva di ciascuna parte. Possibilmente in meglio. Possibilmente avendo come orizzonte quello di ampliare i diritti e riscrivere le condizioni di chi è più debole”.
“Per far partire un percorso come quello auspicato dalla sindaca serve scendere nella realtà per confrontarsi con essa. La realtà ha dei limiti, primo tra tutti la mancata volontà locale di un progetto comune tra M5s e Pd. Per superare questi limiti non si può prescindere dall’ascoltare la base e non si può prescindere dal fatto che siano gli organi locali delle forze politiche a confrontarsi. Anche perché se non fosse così a cosa servirebbe? A perdere? A ripetere esperienze fallimentari come quella delle regionali in Liguria?” Non credo siano questi gli obiettivi”.
Aggiunge la capogruppo: “La città è un organismo complesso: ci sono delle aspettative, delle attese, delle risposte da dare quotidianamente ai cittadini che non possono ridursi alle dinamiche di riorganizzazione delle forze politiche a livello nazionale”.
“Torino può essere un laboratorio se questo processo parte dal basso e se si sviluppa compenetrandosi, ma non subendo sovrapposizioni, con le prospettive politiche nazionali”, conclude Valentina Sganga