Guardando Gigi Buffon difendere i pali del Parma è quasi impossibile per i più appassionati non ricordare gli anni in cui nel campionato cadetto ci giocava lo stesso portierone ex Juventus. Nella stagione 2006/2007 ci fu un campionato incredibile, che vide la partecipazione non solo dei bianconeri, ma anche di club storici del nostro calcio come Napoli e Genoa.
Manco a dirlo, in quella stagione furono queste tre squadre a guadagnarsi la promozione in Serie A e questo anche per via dei tanti giocatori, cosiddetti, “fuori-categoria”. Calciatori che con la serie cadetta, con tutto il rispetto, poco e niente avevano a che fare, tanto da scrivere pagine importanti di calcio anche nel massimo campionato italiano.
Basti pensare ai vari Del Piero, Trezeguet, lo stesso Buffon, Chiellini, il Pallone d’Oro Pavel Nedved, Balzaretti, Marchisio, Camoranesi, che decisero di restare all’ombra della Mole anche in Serie B. In panchina, poi, c’era un certo Didier Deschamps, che 12 anni dopo sarebbe diventato campione del mondo con la Nazionale francese, la stessa che, peraltro, gli azzurri sconfissero in finale a Berlino nell’estate del 2006. Le motivazioni erano tante per gli stessi azzurri della Juve e dunque non fu troppo difficile tornare in Serie A dopo soltanto un anno di “limbo”, incontrando i favori dei pronostici date le quote per la Serie B di quell’anno.
Discorso diverso, invece, per Napoli e Genoa, allora in una fase di rifondazione dopo il fallimento. La società azzurra, acquistata da Aurelio De Laurentiis nel 2004, iniziò a scalare le gerarchie del calcio italiano partendo dalla C. In pochi anni, la missione del patron e dell’allenatore Edoardo Reja fu compiuta: promozione in A grazie ad un campionato dominato insieme a rossoblù e bianconeri.
I partenopei potevano contare allora su un formazione di tutto rispetto per la categoria: i capitani Iezzo e Grava, Roberto De Zerbi – oggi allenatore del Brighton in Inghilterra ed ex Sassuolo -, Paolo Cannavaro (fratello di Fabio), Bogliacino, Domizzi e i bomber Roberto Sosa ed Emanuele Calaiò. Quasi tutta “gente”, questa, che dimostrò di poter giocare in A, tanto che alcuni di loro continuarono a giocarvi per parecchi anni anche se non più con la maglia azzurra indosso.
E poi arriviamo al Genoa, che nel 2006 aveva in rosa giocatori come capitan Marco Rossi, Manuel Coppola, Figueroa, Adailton, Sculli, Juric – oggi allenatore del Torino -, Scarpi, Milanetto e anche Marco Di Vaio e quella che di lì a poco sarebbe diventata una bandiera della Genova rossoblù Domenico Criscito. Insomma, anche in questo caso, vale lo stesso discorso degli giocatori del Napoli sopracitati.
Ma quella del 2006 non fu l’unica stagione incredibile per l’elevato tasso tecnico che potevano schierare queste e anche altre squadre del campionato. Infatti, ci fu anche quella di 30 anni fa che vide tutti insieme nella serie cadetta altrettanti fuoriclasse e campioni.
Serie B, i fuoriclasse del 1993-1994
Erano tempi diversi rispetto a quelli attuali, in cui tanti campioni volevano giocare in Italia. La Serie A, in quegli anni, aveva Ruud Gullit, appena arrivato alla Sampdoria dopo i tanti successi nel Milan, Boban, Desailly, fresco di Champions League con il Marsiglia, Van Basten, Savicevic, Laudrup. Senza tralasciare chi aveva lasciato la Penisola da poco, come Maradona, e chi invece sarebbe arrivato di lì a poco, come Ronaldo “il Fenomeno”.
Fare una lista dei campioni che hanno militato in Serie A in quegli anni è compito assai arduo, ma lo stesso si potrebbe dire anche per la Serie B, specialmente quella della stagione 1993/1994. In quel campionato c’erano Batistuta, Enrico Chiesa, Inzaghi, Bierhoff, Effenberg, Toldo e tanti altri ancora.
A comandare le gerarchie di quell’annata fu la Fiorentina di mister Claudio Ranieri, che centrò la promozione in A dopo soltanto un anno di permanenza in B. Un successo, questo, reso possibile anche per la presenza dei tanti campioni che poteva schierare nella stessa formazione: c’era Batigol, Toldo e anche Stefan Effenberg, che appena nel 1992 si era laureato vicecampione del mondo con la Nazionale tedesca e bandiera di Borussia M’gladbach e Bayern Monaco.
Insieme alla Viola salirono di categoria anche il Brescia del “Maradona dei Carpazi”, il rumeno Gheorghe Hagi, che arrivò in Italia dopo le importanti esperienze a livello nazionale ed europeo con Steaua Bucarest e Real Madrid.
Oltre a loro, c’erano poi anche Filippo Inzaghi, che segnò 13 gol con il Verona, Christian Vieri, 12 reti con il Venezia e, come già anticipato, Enrico Chiesa, autore di 14 gol prima del salto in Serie A dove diventerà uno dei migliori giocatori di quel periodo. Percorso simile anche per uno dei bomber più importanti della storia del calcio tedesco, Oliver Bierhoff, che trovò in Ascoli il punto di partenza per la sua carriera.