di Eleonora Rossotto
La scuola italiana rimane una delle istituzioni più delicate e soggette a cambiamenti del nostro Paese e il congestionamento, dovuto alla legge Fornero sulla Quota 96, è stato «un’altra dimenticanza su cui tutti ormai convengono», come sottolinea Marcello Pacifico, segretario organizzativo della Confedir, riferendosi al piano che era stato elaborato senza rivolgere la necessaria attenzione dovuta all’ambito scolastico.
La situazione del precariato, definita dallo stesso ministro dell’Istruzione Stefania Giannini «una deformazione patologica del principio di flessibilità, che va restituito alla sua fisiologicità» che ha congelato la mobilità nel settore, sembra aver individuato uno spiraglio di luce che ha riacceso la speranza.
Il Governo, intenzionato a sistemare la situazione degli ottantacinquemila dipendenti pubblici statali, ha mostrato in questi giorni il suo interesse nei confronti della Quota 96 e in relazione alle diverse dichiarazioni di solidarietà e le promesse, sembra voglia dedicare i primi interventi proprio a questa.
Un primo passo è stato effettuato dalla Camera, giovedì 27 marzo, che ha risposto in modo positivo e propositivo alle mozioni sulla stabilizzazione dei precari e ha palesato il proprio interesse a valutare ogni iniziativa utile per ovviare a una carenza della riforma pensionistica che non ha tenuto conto del comparto scuola in cui la data di pensionamento è legata alla conclusione dell’anno scolastico, per esigenze di funzionalità e continuità didattica e si impegna a bandire concorsi con scadenza biennale.
Nonostante si prospetti un futuro sicuramente più luminoso, le misure straordinarie che vengono prese sono un indice di un acuto malessere che il ministro dell’Istruzione riconosce e su cui si dovrebbe lavorare con maggiore celerità: «Non amo il collegamento fra chi va a casa e chi entra. Un sistema sano non manda a casa gli anziani per far entrare i giovani. E’ necessaria una alternanza costante».
L’unica certezza in questo momento è rappresentata dal mese di aprile, che rivelerà se il supporto mostrato dal Governo troverà una sua realizzazione effettiva. I precari, ancora una volta, devono rimanere in attesa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA