di Moreno D’Angelo
Domani primo sciopero nazionale in tutta la catena dei negozi del marchio di abbigliamento H&M. Il sindacato, oltre al reintegro dei lavoratori colpiti dalla procedura di licenziamento collettivo (51 a Milano e 89 a livello nazionale), denuncia con fermezza una linea aziendale che punta a sostituire personale anziano con più agevoli contratti a chiamata che ormai riguardano il 30% del personale.
Tutto questo – precisano Filcams Cigl e UilTucs – avviene in un contesto economico aziendale più che positivo che certo non giustifica una simile mattanza di lavoratori a cui non è stata data alcuna possibilità di ricollocamento, nonostante l’ampia rete di negozi (il gruppo, con casa madre svedese, ha circa 5500 dipendenti).
«Un’azienda in espansione che apre negozi ogni anno», ricorda Isabella Liguori della Filcams Cgil che ribadisce come di fatto si stia sostituendo il personale con quello con contratto a chiamata. «Poi toccherà a Torino e Roma» ammonisce la Liguori – che si dice fiduciosa per questo primo sciopero nazionale: «La vicenda è quanto mai sentita in un’ azienda in un azienda ben sindacalizzata».
Per la sindacalista della Filcams questa procedura aziendale, che colpisce tante famiglie, è stata come un fulmine a ciel sereno in un momento in cui era stato avviato il confronto per il primo integrativo. Le parti comunque si incontreranno il 23 giugno. Domani nel punto vendita di via Roma a Torino è previsto un presidio con volantinaggio.