La sentenza con cui il Tar ha invalidato le scorse elezioni della Regione Piemonte e lo scandalo “Rimborsopoli” si intrecciano e nella maggioranza tanto trafelata c’è qualcuno che tira un sospiro di sollievo. Già, perchè gli avvocati difensori dei consiglieri coinvolti nell’inchiesta sulle spese pazze starebbero pensando di utilizzare proprio il pronunciamento del Trbunale Amministrativo a favore dei loro assistiti. Il ragionamento fatto dai legali è quello per cui se l’elezione è nulla, gli indagati non ricoprivano effettivamente nessuna carica pubblica e quindi il reato di peculato non può essere loro contestato.
Insomma, un vero e proprio sillogismo aristotelico che rischierebbe di spiazzare la magistratura e che in realtà trova in difficoltà anche molti avvocati che, in mancanza di precedenti analoghi, stanno cercando consiglio dai colleghi e attendono che le motivazioni del Tar siano depositate per avere più elementi.
D’altronde non tutti sono d’accordo con questa tesi e c’è chi sostiene che al momento dei presunti illeciti i consiglieri sapevano di ricoprire quel ruolo e come tali agivano. Certo è che non si tratterebbe dell’unico sofisma da parte degli avvocati difensori. Già nei mesi scorsi Tom Servetto, legale di Carla Spagnuolo aveva tentato di sostenere che se la Regione avesse chiesto indietro i soldi ai consiglieri e questi l’avessero restituiti non si sarebbe nemmeno potuto parlare di appropriazione indebita.
Intanto, in attesa di motivazione del Tar arriva un’altra doccia fredda per Cota: i revisori dei Conti hanno bocciato il piano finanziario della Regione a causa di un mutuo da 135 milioni che non può essere erogato perchè le casse dell’ente hanno già superato i limiti stabiliti dalla Finanziaria.
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