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domenica, 9 Febbraio 2025

Ragazze sequestrate e minacciate per farle prostituire: presta coppia di sfruttatori

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Sfruttamento della prostituzione, sequestro di persona e estorsione: sono le accuse nei confronti delle due persone arrestate la scorsa settimana al termine di un’indagine durata quasi un anno. 

Era infatti l’agosto del 2019 quando gli agenti del commissariato Dora Vanchiglia apprendevano di tre ragazzine marocchine obbligate a prostituirsi da una coppia di loro connazionali. 

I due non solo obbligavano le giovani alla prostituzione e a dare loro tutti i proventi, ma le chiudevano in un alloggio impedendo loro di uscire. I clienti invece prendevano accordi e pagavano direttamente i due uomini e poi si recavano nell’appartamento di corso Moncalieri. 

Le tre ragazze erano anche ricattate: se provavano a ribellarsi venivano minacciate di vedere diffusi loro video e immagini hard anche nel Paese di origine. E dopo che una delle ragazze trova il coraggio di denunciare si arriva alle aggressioni: gli sfruttatori la picchiano e le sottraggono una collana d’oro e il passaporto per impedirle di tornare nel suo paese. Non solo, attraverso i social inviano video della giovane in atteggiamenti intimi con uno dei clienti a parenti e amici. 

Come spiegano gli investigatori: “Dalle intercettazioni telefoniche emerge un modus operandi teso a soggiogare le donne utilizzando metodologie ricattatorie ed estorsive basate sulla divulgazione di immagini nel Paese di origine, in modo da compromettere definitivamente la propria reputazione. Nell’ambito dello stesso procedimento si acclara anche l’alterazione di stato di uno dei figli della sfruttatrice, dichiarato fraudolentemente figlio di diverso padre per ottenere il permesso di soggiorno, motivo per cui veniva denunciata per alterazione di stato”.

L’uomo è ora in carcere mentre la compagna, accusata di concorso nei reati, ha obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.

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