Con la richiesta di condanna a trent’anni si è conclusa in Corte d’Assise d’Appello a Torino la requisitoria del procuratore generale Laura Deodato, già pubblico ministero in primo grado, nel processo a carico di Michele Buoninconti, già condannato in primo grado, con abbreviato, a 30 anni perché ritenuto responsabile della morte della moglie, Elena Ceste, ritrovata cadavere il 18 ottobre 2014, nove mesi dopo la scomparsa, avvenuta il 24 gennaio, in un canale poco distante dalla casa dove la coppia viveva con i quattro figli, a Costigliole d’Asti.
Ora la parola passa alle parti civili, l’associazione Penelope e, nel pomeriggio, gli avvocati della famiglia Ceste.