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domenica, 15 Settembre 2024

Processo a Erri De Luca, pm: “Reato discutibile, ma procediamo”. Vitale: “Non dev'essere un'attività di propaganda pro-Tav”

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Si è conclusa con il rinvio al prossimo 16 marzo la prima udienza del processo allo scrittore Erri De Luca, accusato di istigazione a delinquere per aver difeso la pratica dei sabotaggi in Valsusa in alcune interviste.
Un’ipotesi di reato che aveva suscitato non pochi dubbi e polemiche sin dalle fasi preliminari delle indagini e ancora di più dopo la decisione del rinvio a giudizio. Tanto che lo stesso De Luca arrivato oggi in aula con largo anticipo ha commentato: «Sono venuto qui perchè voglio scoprire chi ho condizionato e a fare cosa con le mie parole. Sono uno scrittore e posso istigare solo alla lettura e alla scrittura».
E infondo la singolarità dell’accusa, proprio in un momento in cui si parla tanto di libertà di espressione, sembra essere stata colta anche dal pubblico ministero titolare del caso, Andrea Beconi. «Questo reato è discutibile e si presta a strumentalizzazioni, ma nell’ordinamento esiste e dobbiamo farci i conti» ha affermato il pm che poi ha aggiunto «Come procura abbiamo il dovere di verificare se certi casi debbano essere sottoposti al vaglio di un giudice. E in questo caso riteniamo di sì».
«Che questo torni ad essere un processo e non un’attività di propaganda pro-Tav» è stato invece il commento dell’avvocato difensore di De Luca, Gianluca Vitale, a fine udienza. Mentre il suo assistito all’uscita dal tribunale, accolto dagli applausi dei sostenitori in presidio da questa mattina, ha fatto sapere che se condannato non farà ricorso: «Uno scrittore deve difendere le sue opinioni, che in questo caso per me sono poi diventate convinzioni. Cosa altro deve fare se non difenderle?».

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