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lunedì, 2 Dicembre 2024

Più tasse sul gioco d'azzardo

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Tassare il gioco d’azzardo se la sanatoria non andrà in porto. Mentre nei palazzi della politica si fanno i conti per cercare di fare quadrare la legge di stabilità e riuscire ad affrontare almeno le emergenze più urgenti: dal rifinanziamento della cassa integrazione, agli esodati, per non parlare delle mille questioni (casa, lavoro, non autosufficienza) sul tavolo del governo è ancora aperto il dossier gioco d’azzardo.
Quello che molti considerano una vera e propria tassa sulla miseria e sulla perdita di speranza e che frutta alle società concessionarie decine di miliardi, è al centro di una vicenda incredibile: se per la procura della Corte dei conti, le irregolarità scoperte nel corso degli anni sul mancato collegamento di migliaia di slot e altri apparecchi alla rete dell’amministrazione dello Stato Il periodo va dal settembre 2004 al gennaio 2007) giustificava una multa da 98,5 miliardi, la stessa Corte dei conti aveva ridotto l’importo a 2 miliardi e mezzo.
Per chiunque sarebbe stata una grazia ricevuta, ma non per le imprese del gioco d’azzardo che anche rispetto all’ultima richiesta da parte del governo di soli 618 milioni, preferiscono, a parte alcune, prendere tempo. Il termine di scadenza per decidere se pagare quel poco che resta del dovuto è il 15 novembre.
Da qui l’iniziativa del parlamentare Pd Luigi Bobba: «Vista l’incertezza sull’esito della sanatoria delle aziende di slot machines, il Governo, invece di imporre l’ennesimo balzello sulle accise e sui carburanti, valuti la possibilità di reperire le risorse tassando i giochi d’azzardo e quelli che sono maggiormente causa di fenomeni di ludopatia».
In particolare, Bobba fa riferimento ai dati resi noti nei giorni scorsi dalla Cisl che dimostrano, fra le altre cose che il governo favorisca con una tassazione molto bassa quei tipi di gioco che, in realtà sono più pervasivi e pericolosi e, soprattutto quelli più semplici da praticare: «La tassazione per il poker cash e casino online è solo dello 0,6% e quella della videolottery del 3%». Il discorso cambia per le forme di gioco più “tradizionali” che però sono anche quelle meno potenzialmente pericolose, almeno nella maggior parte dei casi: «La percentuale sale gradualmente per slot machines (12,6%), Gratta e Vinci (16,5%), Lotto (27%), Superenalotto (44,7%)».
La sanatoria sul gioco d’azzardo, per il governo Letta, era una delle mosse obbligare per poter finanziare l’operazione sulla prima rata dell’Imu sulla casa e, in questo senso anche quei pochi soldi, pochi e maledetti purché arrivassero subito, dalla sanatoria, potevano essere fondamentali.
«Se il decreto Imu sulla sospensione della prima rata sulla prima casa non troverà piena copertura dalla discutibile sanatoria delle slot machines – propone Bobba – almeno non si arrivi alla beffa che debbano essere in particolare le fasce più deboli a pagare ancora».
Altrimenti, alla fine della fiera pagherà Pantalone, magari con un’altra accise sulla benzina, a meno che come propone il parlamentare Pd non ci sia: «un emendamento alla Legge di stabilità, di prevedere una diversa clausola di salvaguardia, andando a stabilire una tassazione vera sui giochi d’azzardo».

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