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domenica, 23 Marzo 2025

Il paradosso: meno rate Tari ai commercianti per incassare di più. Confesercenti: “Così aumenteranno i morosi”

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Carlo Savoldelli
Carlo Savoldelli
Carlo Savoldelli è un pseudonimo collettivo utilizzato da un numero imprecisato di collaboratori nato per proporre ai lettori di Nuova Società inchieste giornalistiche documentate. Del collettivo fanno parte giornalisti, studenti e professionisti per un giornalismo lento e approfondito.

Ha suscitato sorpresa e rabbia la decisione della giunta Appendino di ridurre le rate in “bonario” con cui le attività economiche pagano la Tassa Rifiuti (TARI). Infatti, se prima l’importo era suddiviso in otto pagamenti, da quest’anno saranno solo cinque.
Una riduzione che non piace, soprattutto per la motivazione avanzata da Palazzo Civico per questa decisione, presa senza nemmeno sentire prima il parere delle categorie interessate.
«Una scelta, quella della riduzione del numero di rate complessivo, che tiene conto di quanto richiesto dalla Corte dei Conti (che ha fatto rilevare ormai da qualche anno forti squilibri di cassa) e della necessità di adottare un piano di interventi volti al risanamento strutturale del bilancio e di uno specifico “Piano per il potenziamento della riscossione” hanno giustificato dall’Amministrazione, attraverso un comunicato dell’assessore al Bilancio Sergio Rolando che fa riferimento ai dati del 2017, attraverso un’analisi sull’andamento delle entrate Tari che avrebbe messo in luce come nel 2017 ci sia stata «una flessione nel pagamento delle sei rate previste in acconto: una minore propensione al versamento spontaneo che a dicembre 2017 ha fatto registrare una riduzione negli incassi per la Città pari a circa 5 milioni di euro».
Detto in altre parole: siccome nel 2017 il Comune ha incassato di meno con otto rate (sei di acconto e due di saldo) nel 2018 le rate diventeranno solo cinque (tre di acconto e due di saldo), ma più care. Il tutto nella speranza che con solo cinque pagamenti non si generino ritardi né dimenticanze. Un ragionamento non facile da comprendere, tanto che proprio le categorie economiche fanno notare come diminuire il numero di rate aumentandone l’importo rischi di generare ancora più morosità. Rispetto a quanto affermato dall’assessore Rolando sono poi necessarie alcune precisazioni.
Innanzitutto non è affatto vero che la Corte dei Conti abbia chiesto di fare meno rate per ragioni di “cassa”. Ciò che interessa è che aumentino le entrate riscosse nell’anno, non importa se in quattro, cinque , o sei rate. Tenendo presente anche che se fino ad alcuni anni fa le rate “sconfinavano“ nell’anno successivo creando differenze tra cassa e competenza, da tempo, invece, le rate scadono – qualunque numero esse siano – nell’anno solare di competenza. Questa motivazione alquanto bizzarra induce a porsi un’altra domanda: ma il famoso piano di riscossione straordinaria di Appendino che fine ha fatto? Rolando nel suo comunicato implicitamente ammette che la riscossione è andata peggio dell’anno precedente.
Inoltre, la scelta di diminuire il numero delle rate fa pensare che la propensione al pagamento sia inversamente proporzionale alle rate: ovvero meno rate e più incassi. Una scoperta sconvolgente perché se così fosse, allora la soluzione sarebbe semplicissima: abolire le rate del tutto! Paradossale è dir poco visto che ovunque è dimostrato che la rateazione in tempi di crisi aiuta i contribuenti ad onorare i propri debiti. E’ probabile, in verità, che si tratti solo di scelte gestionali fatte dal Comune e da Soris, magari per risparmiare qualche euro sulle procedure alla faccia dei contribuenti.
Per questo il Presidente di Confesercenti, Giancarlo Banchieri, denuncia il totale disinteresse del Comune nei confronti delle categorie colpite dal provvedimento. «Chiediamo al Comune la convocazione del ‘tavolo Tari’: ancora una volta, infatti, siamo di fronte a un provvedimento assunto senza alcuna consultazione delle categorie interessate. Bisogna considerare le difficoltà delle categorie del commercio, ma anche gli stessi obiettivi del Comune. Il rischio è che la riduzione delle rate invece che razionalizzare e incrementare la riscossione della tassa, faccia aumentare a causa delle difficoltà dei contribuenti ritardi e more».

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