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lunedì, 2 Dicembre 2024

Mississippi Burning de' noantri

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Nel 1989 l’Oscar alla fotografia fu assegnato al Mississippi Burning del regista Alan Parker (che ebbe una nomination), esaltato dalla trama e dalle interpretazioni magistrali di Gene Hackman (nomination per miglior attore protagonista) e Willem Dafoe e da una superlativa Frances McDormand (nomination miglior attrice non protagonista).
Vi si narra un’epoca e una pagina mai del tutto tramontate degli Stati Uniti d’America: l’odio razziale. L’azione si sviluppa nel 1964 nel Mississippi, uno degli Stati del Sud per eccellenza votati e vocati alla discriminazione razziale e narra la vicenda di tre giovani attivisti impegnati per la difesa dei diritti civili che scompaiono nell’indifferenza e nella complicità della popolazione.
Li ritroveranno morti, sotterrati, uccisi dal Ku Klux Klan come appurerà l’Fbi, dopo difficili e contrastate indagini che assicureranno i colpevoli alla giustizia.
Il film ebbe grande successo sia in patria, sia all’estero ed è ancora uno, a distanza di trent’anni, dei più trasmessi e visti sulle reti televisive italiane, ad esclusione, come si diceva una volta per le partite di calcio, della zona di Palermo.
La zona in cui si sono registrati più aggressioni a sfondo razziale in questi mesi estivi, l’ultimo nella notte del 15 agosto a Partinico, in cui sono stati inseguiti – esattamente come in Mississippi Burning – alcuni migranti minorenni, poi bloccati, insultati e picchiati.
Le assonanze con il film si fermano qui. I razzisti de’ noantri non si sono spinti oltre. A differenza del film di Alan Parker gli aggressori (cinque uomini e due donne individuati e arrestati) si sono limitati più ad agitare che a puntare la pistola davanti ai ragazzi doloranti e impauriti, se non terrorizzati, dalle bastonate. Evidentemente “le radici dell’odio”,  sottotitolo di Mississippi Burning, non sono ancora penetrate sufficientemente nella testa e nel cuore di questa gentaglia.
Ma, attenzione, se non si ricostruisce la cultura della sana convivenza sociale, è soltanto questione di tempo.
 

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