Mare è l’anagramma di Ream, la ragione (anche sociale) per cui nostra signora Appendino, insieme all’uomo baciato dalla ruota della fortuna, al secolo Paolo Giordana, e all’assessore al bilancio Sergio Rolando, è finita nelle maglie della giustizia con un avviso di garanzia. Ed è proprio un mare di falsità, ha tuonato a grandi linee er meio Di Maio, ciò che si sta abbattendo sulla mitica Chiara, indagata per falso, mentre sta risanando i conti di Torino. Una congiura per Er meio, che evoca il ritorno di una Spectre tricolore.
Ma il risanamento non dev’essere stato così preciso, almeno nella sua fase iniziale, se i giudici amministrativi della Corte dei conti, ben prima dell’esposto di due consiglieri comunali e l’avviso di garanzia della Procura di Torino che ne è seguito, hanno pensato di bacchettarla. E di rimandarla a settembre e, poi ad ottobre, visto che neppure nei mesi di vacanza la number one bocconiana è riuscita a completare i conti giusti per chiudere il bilancio di Torino. Nel frattempo, stanno esplodendo anche i conti di Gtt, ma ciò è una marginalità nella visione grillina della decrescita felice e del piacere di andare a piedi, evitando di prendere quegli inutili e inquinanti autobus.
Er Meio ora minaccia di non stare più zitto, ma a memoria d’uomo nessuno ricorda che lo sia mai stato, a differenza della sindaca di Torino che nel mutismo ha costruito le sue vittorie. Ma, ora, nostra signora Appendino si ritrova nella singolare situazione di rovesciare la sua strategia per spiegare ai magistrati debiti e mancate restituzioni di essi, lettere e controlettere. Seguendo i suggerimenti di Er mejo, dovrà dimostrare di saper nuotare nel mare di falsità, e dovrà farlo in modo convincente, altrimenti per colpa di una fattura Ream di cinque milioni di euro, in mare rischia di annegare.