Luca Pasquaretta, ex portavoce e capo ufficio stampa della sindaca Chiara Appendino, e attualmente nello staff del viceministro dell’Economia Laura Castelli è finito nuovamente sotto la lente di ingrandimento della procura di Torino.
Pasquaretta, già indagato per il reato di peculato per una consulenza da cinquemila euro svolta per l’edizione 2017 del Salone del Libro e per apertura abusiva di luoghi di spettacolo e invasione di terreni in un’inchiesta parallela a quella di piazza San Carlo, per il maxi schermo allestito a Parco Dora sempre per la finale Juventus Real Madrid, sarebbe finito dentro un nuovo fascicolo per il reato di estorsione.
Non solo, l’avviso di garanzia che gli sarebbe stato notificato nel corso della perquisizione delle sue case, quella torinese e romana, durante la quale gli è stato sequestrato un pc e un cellulare, vedrebbe anche le accuse di traffico di influenza illecita e turbativa d’asta, reato però che non riguarderebbe il Comune di Torino, ma una vicenda avvenuta nella sua terra d’origine, la Basilicata.
Invece per quanto concerne il reato di “influenza illecita” secondo il pm Pasquaretta avrebbe usato le sue conoscenze a Palazzo di Città per “spingere” e velocizzare alcune pratiche che riguardavano dei suoi conoscenti
I reati contestati sarebbero successivi al suo addio al ruolo di portavoce della sindaca. Il pm Colace, già titolare dell’inchiesta sulla consulenza da cinque mila euro, nel proseguo delle indagini avrebbe infatti rilevato le accuse oggi contestategli.
Secondo la Procura Pasquaretta, che ha nominato come avvocato Stefano Caniglia, dopo che fu costretto a lasciare il suo posto di portavoce avrebbe ricattato la sindaca Appendino per ottenere un nuovo impiego. Pasquaretta, che era in cerca di una sistemazione, avrebbe minacciato la prima cittadina di fare rivelazioni “compromettenti” probabilmente legate a presunti segreti di palazzo.
In tanto, in riferimento al reato di estorsione, è già stato ascoltato in Procura dal pm, per diverse ore, come persona informata sui fatti l’assessore al Commercio Alberto Sacco. Mentre la sindaca risulta parte lesa nella vicenda. Gli inquirenti stanno indagando per scoprire se il nuovo incarico a fianco del viceministro Castelli sia stato poi frutto di questo presunto ricatto.