“Ad oggi il progetto più lineare e coerente mi sembra quello di Carlo Calenda e Matteo Richetti”. Claudio Lubatti, già assessore e oggi consigliere comunale del Partito Democratico, ha aspettato 24 ore prima di dire la sua sulla scissione che ha portato alla nascita del nuovo partito di Matteo Renzi, Italia Viva. Uno sfogo in cui le parole d’ordine sono “basta ipocrisie e tatticismi” con un iniziale punto interrogativo sulla strategia renziana: “Il Pd si è alleato al M5S per una chiara strategia di Renzi, ma oggi Renzi esce e a Torino ci spiega che l’accordo con il M5S è un errore, ma oggi Renzi a Roma ci spiega anche che sosterrà il Governo (con Ministri e Vice vari) per lealtà, ma Conte ci spiega che Renzi è un opportunista e vuole solo posti nelle future nomine. Per essere alla fase di lancio di un nuovo partito, direi che le idee sono davvero poco chiare”.
Non deve però passare in cavalleria, secondo Lubatti, il fatto che ad oggi non sono pochi quelli che all’interno del Pd considerano deleterio l’accordi di governo con i Cinque Stelle. Lubatti per il momento è dentro, ma non nasconde che a tutto c’è un limite e quel limite è l’alleanza giallo rossa che supera i confini del governo romano: “Se il Pd confermerà la linea dell’accordo nazionale con il M5S anche sui territori (cosa che sta già succedendo) sarà sempre più evidente che sono io quello sbagliato, o comunque nel posto e nel partito sbagliato”.
Come detto, per il consigliere “il progetto più lineare e coerente mi sembra quello di Carlo Calenda e Matteo Richetti: dall’inizio contrari all’accordo, usciti perché contrari all’accordo, costruiscono un’alternativa vera e credibile all’accordo. L’unica direi. Non perdiamoci di vista”, conclude Lubatti.